C’è da restare davvero allibiti di fronte alle dichiarazioni del ministro Sacconi che allude a un pericolo di attentati terroristici imminenti nel nostro Paese.

Occorre in primo luogo rilevare la stranezza derivante dal fatto che la materia non è certo di sua competenza. Sacconi, infatti, dovrebbe dedicarsi a ben altro, anche se i risultati sono ben scarsi e quindi può ritenersi che tenti di menare il can per l’aia. Tanto più che gli organismi preposti hanno smentito l’esistenza di un pericolo di questo genere.

A parte questo rilievo di carattere formale, che assume significato ben limitato, trattandosi di un governo che ci ha abituato a ogni sorta di bizzarria, sorgono ben più pesanti interrogativi di carattere sostanziale.

Delle due l’una: o Sacconi è a conoscenza di fatti concreti e quindi dovrebbe metterli al più presto a disposizione delle autorità competenti affinché queste ultime possano esercitare nel modo migliore la propria indispensabile attività di prevenzione. Oppure ulula al vento e pesca nel torbido nella speranza di confondere la legittima lotta sociale contro i provvedimenti antipopolari del governo con il terrorismo. Si tratta certamente, in questo caso, di un esercizio assolutamente deprecabile e vergognoso.

Ma c’è di più. Occorre essere consapevoli del fatto che una, per quanto improbabile, rentrée terroristica nel nostro Paese costituirebbe un grosso regalo al morente governo Berlusconi, ma anche a chiunque voglia oggi far pagare la crisi essenzialmente alla classe operaia, ai precari e in genere ai ceti subalterni, cioè al 99% della società.

Chi conosce, anche solo superficialmente, la storia italiana degli ultimi cinquanta anni , sa perfettamente che tipo di utilizzo, strumentalizzazione e copertura politica nei confronti del terrorismo di varia natura vi sia sempre stata. Occorre quindi chiedersi se non vi siano, anche oggi, circoli oscuri che pensano di poter profittare di un ritorno del terrorismo ai loro fini, che sono sempre gli stessi: mantenere il potere per esercitarlo contro la grande maggioranza del nostro popolo. Occorre chiedersi altresì se tali gruppi si stiano muovendo per “facilitare” un’eventualità del genere. Occorre infine chiedersi che c’entrino con le domande appena formulate gli allarmi di Sacconi.

Domande e preoccupazioni eccessive? Bisogna augurarselo e quindi sperare che Sacconi si muova solo per piccoli opportunismi personali e per screditare la risposta operaia e popolare al tentativo del suo governo di far passare i licenziamenti come ricetta per risolvere la grave crisi in atto, ricetta contro la quale si esprimono oggi i settori più differenti.

Ma si sa che la storia italiana è piena di apprendisti stregoni, come pure di stragi e omicidi impuniti, e di apparati segreti al servizio esclusivo di lorsignori, che tornano a colpire proprio nei momenti più acuti della crisi e della rivolta sociale contro l’ingiustizia.

Quindi, come si diceva una volta, la vigilanza è d’obbligo

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