Giovedì in prima serata debutta in televisione il nuovo progetto dell'ex squadra di Annozero. Come annunciato sarà trasmesso in multipiattaforma sul digitale terrestre, satellite e Internet
“Il programma che ci riporterà in onda a partire da giovedì prossimo non sarà la versione povera di Annozero”. Michele Santoro, durante la conferenza stampa di lancio del nuovo settimanale Servizio Pubblico, ci tiene a precisare che ,anche dal punto di vista stilistico, il suo sarà un grande rientro. “Non avrà l’aspetto di un programma minore. C’è grande entusiasmo fra le maestranze degli studios di Cinecittà da dove irradieremo il nostro segnale – aggiunge Santoro – E questo è il segno che Roma, oltre a essere la capitale della politica, è anche il punto nevralgico della produzione di contenuti audiovisivi. Un’energia creativa che, come in Rai, rischia di essere soffocata dal peso e dall’invadenza dei partiti”.
L’istantanea che l’ex conduttore di Rai Due utilizza per raccontare il nuovo studio è una gru, simbolo dei diritti negati e della protesta più estrema, quella che mette a rischio l’incolumità stessa di chi decide di salirci sopra per dare visibilità alla propria battaglia: “In questi ultimi anni tanti italiani e migranti sono dovuti salire sulle gru per riaffermare diritti violati. Ora ci saliamo anche noi perché come loro, la nostra televisione è senza cittadinanza”.
Come annunciato, il segnale di Servizio Pubblico sarà trasmesso in multipiattaforma: sul digitale terrestre con una cordata di emittenti regionali, sul satellite grazie a Sky Tg24 e su Internet sui portali del Fatto Quotidiano, Repubblica e Corriere della Sera. Una scelta crossmediale che il giornalista, citando i casi di Raiperunanotte e di Tuttiinpiedi!, rivendica con orgoglio. L’unico metodo in grado di intercettare lo “sciopero del consumatore televisivo. Che è un fatto”. Secondo Santoro, “ormai anche lo spettatore più pigro usa il telecomando come si usa Internet”, ovvero sceglie cosa guardare e quando farlo. “Un atteggiamento completamente diverso da quando, sonnecchiando sul divano, ci sciroppavamo un palinsesto già scritto dal decisore di turno”.
Al contrario, la tv di Santoro sarà programmaticamente “scomoda al potere”, perché non esiste “servizio pubblico se non è al servizio dei cittadini”. E soprattutto sarà la voce di tutti quelli che pensano che la televisione italiana “faccia schifo”.
Il titolo della puntata del debutto sarà “Scassare la Casta”, fra gli ospiti in studio ci saranno fra gli altri Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, l’imprenditore Diego Della Valle e il faccendiere latitante Valter Lavitola in collegamento dal Sud America. Gli interventi degli ospiti in studio saranno accompagnati dai servizi e inchieste filmati che hanno reso celebri i programmi di Santoro più una serie di rubriche: dalla “Balla della settimana” di Marco Travaglio, alle tante sorprese che ha in serbo Vauro, fino all’apporto di Giulia Innocenzi che, attraverso Facebook e i social media, darà vita a una serie di sondaggi per sondare le opinioni del popolo di Internet sulle tante questioni che sollevate durante la diretta.
In attesa che giovedì si accendano le telecamere per capire forza e qualità del prodotto di Santoro e company, si può già stilare un bilancio provvisorio dei mesi di gestazione del progetto. Da quando alla festa del Fatto Quotidiano, il giornalista lanciò la sua sfida alla Rai. I video caricati sul sito serviziopubblico.it hanno avuto in poche settimane un milione di visualizzazioni sul sito più un altro mezzo milione su You Tube, ma soprattutto 93mila persone hanno già contribuito alla campagna online versando 10 euro a sostegno del programma.
“Il fatto di aver raccolto quasi un milione di euro di sottoscrizione popolare è il segno che la gente premia quelle iniziative editoriali che non hanno un padrone politico o imprenditoriale”, spiega Cinzia Monteverdi, presidente del Cda di Servizio Pubblico che sottolinea come il modello adottato sia stato quello del Fatto Quotidiano, un organo stampa che ha fatto dell’indipendenza dai potentati la sua cifra stilistica ed editoriale.
“Non solo saremo indipendenti e scomodi – assicura Santoro – Saremo anche l’anello di congiunzione fra le tante piazze in movimento e il Palazzo fermo nella sua autorefernzialità”. Appuntamento giovedì prossimo alle 21.00.