La sentenza è stata emessa, nel processo con rito abbreviato, dal gup di Milano Cristina Di Censo. Fraietta, stando alle indagini del pm Francesca Celle, poche settimane dopo essere uscito dal carcere, dopo aver scontato la pena per un altro omicidio commesso assieme ad altri in Calabria, esplose tre colpi di pistola, due in faccia e uno al torace, contro Calabretta, davanti alla casa della vittima, un palazzo popolare in via Primo Levi nel piccolo centro alle porte di Milano. Nel corso del procedimento, non si è mai riusciti ad accertare l’esatto movente dell’uccisione, anche se tutto porta a ritenere che si sia trattato di un regolamento di conti tra malavitosi.
Il giudice ha escluso l’aggravante della premeditazione, contestata invece dal pm, e dunque partendo dalla pena massima di 30 anni in abbreviato (tenendo conto anche della recidiva) ha applicato lo ‘sconto’ previsto dal rito, condannando l’uomo a 20 anni.