“Oggi si avverte un acuto bisogno di più cultura delle istituzioni, di maggiore attenzione all’esercizio delle funzioni dello Stato e alle condizioni in cui versano le sue strutture portanti”: lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso pronunciato in occasione del 180esimo anniversario del Consiglio di Stato. Facendo un riferimento anche allo “scadimento” del processo legislativo nel nostro Paese, Napolitano ha sottolineato l’esigenza “di un efficace funzionamento e quindi di un rafforzamento delle strutture di uno Stato nazionale”, quello italiano, che, ha aggiunto, è “storicamente caratterizzato da intrinseche debolezze e oggi esposto a rischi di grave inadeguatezza”.
Il Presidente ha poi ricordato, a proposito delle funzioni del Consiglio di Stato, lo “sprezzante tentativo del fascismo”, nel 1925, di strumentalizzare alcune prese di posizione di Silvio Spaventa che si era battuto per l’attribuzione al Consiglio di Stato di funzioni di regolazione del contenzioso amministrativo. “A quel forte giurista”, che aveva pagato con l’esilio e con la condanna all’ergastolo di Santo Stefano la sua fede liberale – ha detto il presidente della Repubblica – “importava semplicemente la necessità di garantire a tutti i cittadini la giustizia, rendendo più certo e meglio amministrate le norme legislative e impedendo o frenando l’arbitrio dei partiti che prendono il governo”.
“Nello stesso spirito – ha commentato Napolitano – sono sempre state e sono chiamate a svolgersi sia le funzioni giurisdizionali sia le funzioni consultive del Consiglio di Stato. Esse appartengono entrambe alla sfera delle garanzie e degli equilibri istituzionali, a tutela dei diritti dei cittadini e del corretto operare di uno Stato che voglia restare ancorato a principi di libertà e democrazia”.
Tutti aspetti, ha concluso il Capo dello Stato, che non hanno avuto finora sufficiente evidenza nelle celebrazioni del 150/mo anniversario dell’Unità d’Italia.