Non poteva che continuare così la storia di Marco Simoncelli e di suo papà Paolo. Uniti nella passione e nel piacere per il motociclismo, convinti professionisti di uno sport fiero e pulito, nonostante i rischi e l’ombra della morte sempre dietro la prossima curva.

“Domenica prossima, durante il Gran Premio di Valencia, vorrei che invece di osservare un minuto di silenzio in onore di Marco, venisse fatto un minuto di casino con tutte le moto della MotoGP, della Moto2 e della 125 accese che rombano insieme”. Così si è espresso Paolo Simoncelli, padre di Marco, morto una settimana fa sul circuito di Sepang durante il Gp della Malesia.

E non si fatica a credere che i compagni di corsa del ragazzo scomparso, domenica prossima a Valencia, seguiranno il consiglio di quel signore brizzolato, capelli riccioluti come il figlio, che durante i funerali, giovedì scorso, avevamo visto in silenzio, composto, perfino pronto a tirare su di morale gli altri convenuti.

Una cerimonia funebre sui generis, con papà Paolo vestito con felpa e cappuccio, e gli amici e parenti pronti a sorridere, scherzare, stringersi attorno a quel pilota ragazzino accovacciandosi a gambe incrociate di fianco alla bara grigia appoggiata sul sagrato della chiesa di Coriano.

La terra di Romagna dove “la pàsion per e mutor inizia quando i bimbi sono ancora in fasce, non nasconde la sua anima dissacratoria: elude il dolore della scomparsa, sostituendo il silenzio con una sgasata di carburatore; fa intravedere una sincera e quieta delicatezza d’animo al posto di un tragico pianto per il violento trauma subito. Funziona così e non ha senso far da censori, il rischio sarebbe risultare fasulli.

Anche il vescovo che quattro giorni fa ha officiato le esequie di Simoncelli si è lasciato scappare un “Marco insegna ad impennare agli angeli”. Troppo forte il dna dei romagnoli appassionati di moto, troppo vere le parole che hanno accompagnato il feretro del ragazzo di Coriano.

Infine alle voci insistenti sulla possibilità che il circuito di Misano Adriatico venga dedicato a Marco, il padre commenta: “Sarebbe un regalo immenso, un omaggio meraviglioso. Io sarei disposto a fare un museo con le tute e le cose di Marco perché i tifosi possano rendergli omaggio”. Però le lacrime saranno bandite: solo un sorriso per Marco o al massimo un bel po’ di “casino”.

(d.t.)

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