Lo scorso 25 ottobre a Strasburgo è stato approvato a larghissima maggioranza dal Parlamento Europeo il rapporto sulla criminalità organizzata e le mafie nell’Unione Europea, di cui sono relatrice. La portata delle misure previste nella relazione è, a detta di magistrati come Roberto Scarpinato, Nicola Gratteri e Luca Tescaroli, estremamente innovativa e rappresenta un primo fondamentale passo per il contrasto a livello europeo delle mafie e delle organizzazioni criminali.
Come avevo già scritto qualche giorno fa, vista la complessità dell’articolato della risoluzione, dedicherò una serie di post ai diversi interventi previsti nel rapporto e che, dal 25 ottobre, rappresentano le linee guida per le istituzioni europee nella lotta alla criminalità organizzata transnazionale.
A tal proposito vorrei cominciare col descrivere quello che ritengo essere un piccolo-grande successo che premia l’ostinazione e la determinazione di due anni e mezzo di sforzi e di pressione sugli eurodeputati da parte mia e di migliaia di attivisti italiani (uno su tutti, Andrea D’Ambra): avremo un Parlamento Europeo Pulito!
Quello che fino a meno di un anno fa sembrava essere un’utopia, con le diverse bocciature degli emendamenti presentati sulla modifica dell’Atto del 1976 che regola l’elezione dei deputati al Parlamento Europeo, oggi diventa una posizione ufficiale e perentoria della plenaria di Strasburgo, un vero e proprio impegno. Come si legge al paragrafo 35 della relazione, il Parlamento Europeo “si impegna a stabilire norme per assicurare l’incandidabilità al Parlamento europeo di persone condannate con sentenza passata in giudicato per reati di partecipazione a organizzazioni criminali o tipicamente commessi nell’ambito delle stesse (come la tratta di esseri umani, il traffico internazionale di stupefacenti, il riciclaggio di denaro, la frode, la corruzione e l’estorsione); chiede ai gruppi politici europei di dotarsi di codici etici interni finalizzati a evitare la candidatura di soggetti condannati, anche in via non definitiva, per i suddetti reati”.
Inoltre il Parlamento Europeo “chiede agli Stati membri di stabilire norme analoghe per le elezioni nazionali e locali”. Quindi non solo i cittadini che hanno firmato la legge di iniziativa popolare del primo V-day ma anche il Parlamento Europeo pretende che l’Italia preveda l’incandidabilità per i condannati in via definitiva per reati gravi. Per questo nei prossimi giorni invierò una lettera ufficiale ai presidenti di Camera e Senato e ai capigruppo di tutti i partiti presenti in Parlamento per fare presente la posizione del Parlamento Europeo e per fare pressione affinché si tenga presente la volontà democratica europea (e in primis italiana).
Mi si potrà dire che è tutto inutile, che proprio qualche tempo fa il Senato ha fatto diventare carta straccia le firme dell’8 settembre 2007. Non importa: l’approvazione dell’articolo 35 della risoluzione del Parlamento Europeo mostra come la tenacia e la pressione continua e su più fronti sortiscano effetto. Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci.