Antonio Cassano

Incoraggiamenti all’uomo, solidarietà al calciatore, critiche alla gestione mediatica della vicenda e un terribile sospetto: che il malore di Antonio Cassano sia in qualche modo collegabile ad una storiaccia di doping. Il popolo della Rete è diviso su quanto accaduto a Fantantonio. Non per gli auguri di pronta guarigione, perché quelli arrivano da ogni latitudine e da ogni credo calcistico. Ciò che spacca il Web sono le ipotesi sulle cause che hanno portato al ricovero. I cattivi pensieri nascono innanzitutto dai troppi misteri che hanno fatto da corredo al malore del fantasista rossonero. Tra annunci, indiscrezioni e smentite (per il Milan non si è trattato di ictus ischemico, ndr), sono moltissimi coloro che vedono dietro il dire e non dire del Milan un quadro clinico più difficile di quello che traspare dall’ottimismo societario. In questa mancanza di chiarezza (forse dovuta semplicemente all’attesa di una diagnosi certa), si insinua il sospetto. Che ha un nome ben preciso: eritropoietina, l’Epo che da anni sconvolge il mondo del ciclismo.

“L’Epo viene usata in medicina per curare alcune forme di anemia dal momento che stimola la produzione dei globuli rossi. L’ormone aumenta così anche la capacità del sangue di trasportare ossigeno, che serve da combustibile per bruciare gli zuccheri e quindi per ottenere più energia per le prestazioni muscolari. Per questo motivo viene utilizzato come doping ematico particolarmente nelle gare di resistenza che richiedono sforzi prolungati (es. ciclismo). L’aumento dei globuli rossi fa però aumentare anche la viscosità del sangue e di conseguenza comporta un rischio elevato di trombosi, di ictus e di infarto miocardio”: è il commento lasciato da un lettore (tale Rafaloca) sulla versione online di Libero, portale in cui altri collegano quanto accaduto a Cassano con lo strano infortunio subito da Gattuso. “Ma cosa danno ai giocatori del Milan? Quali sostanze propinano loro? O dobbiano sempre credere alle cazzate sui diserbanti?” scrive ad esempio un altro lettore.

A finire nell’occhio del ciclone, quindi, è anche Milan Lab, il laboratorio che segue la preparazione e ogni passo degli atleti rossoneri. Considerato il vero fiore all’occhiello della società di via Turati, la struttura è criticata da più parti per i troppi stop che hanno contraddistinto l’inizio di stagione del Diavolo. In tal senso, c’è chi vede nei problemi neurologici del genietto di Bari Vecchia e nel centrocampista calabrese una causa comune, sempre la stessa ovviamente. “Nel calcio purtroppo girano troppi soldi ed interessi – ha scritto guyver74 sul sito della Gazzetta dello Sport – si pretende sempre di essere al massimo, riducendo sempre più i tempi di recupero, da una gara all’altra o per infortunio, la stanchezza è censurata per motivi di spettacolo ma è un segnale del corpo va ascoltato. Non voglio vedere marcio per forza però nel calcio intesa come popolazione di persone specifiche, la percentuale di patologie neurologiche è anomala, specialmente se parliamo di atleti, sportivi con vita sana”.

Commenti simili, inltre, si leggono anche sulle versioni telematiche di molti altri quotidiani – non solo sportivi – e su altrettanti blog (emblematico quanto si legge su Sport e Motori 2.0), anche di fede rossonera. Sulla home page di Caro Vecchio Diavolo, ad esempio, l’articolo di apertura si chiude con un emblematico “Sicuri che il doping non faccia male?”. Una domanda retorica che non merita ulteriori risposte. Diverso, invece, il discorso su quanto accaduto ad Antonio Cassano: urge una diagnosi ufficiale – e in tempi brevi – per spiegare a tutti quanto è successo, per diradare la nebbia che aleggia su Milan Lab e, soprattutto, per mettere a tacere il terribile sospetto che rimbomba in Rete.

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