Un tempo non esistevano, nel lessico della buona politica, parole più limpide di Partigiano e Costituzione. Declinarle insieme era segno di memoria e rigore morale. Adesso se un magistrato si dice partigiano della Costituzione viene messo all’indice da una parte del mondo politico e da molti suoi benpensanti colleghi.
Il giudice Ingroia ha fatto quello che ogni pubblico funzionario dovrebbe fare: ha giurato sulla Costituzione e dunque se ne considera difensore, garante, partigiano. Ma questo è un tempo nuvoloso, ben disposto anzitutto a rottamare le persone e le parole. Non è ancora ben chiaro con cosa le sostituiremo.