L'ultima iniziativa del consigliere regionale lombardo ha due obiettivi da conseguire nell'immediato: la campagna per l'abolizione dei vitalizi dei politici e le primarie per i parlamentari. E lui assicura: "Non sarà la solita fiammata su Internet"
Civati batte Renzi, 1 a 0. Solo su Twitter e il risultato è solo parziale, ma la partita per il posto più importante tra i rottamatori del Partito democratico corre anche e soprattutto sul filo del web. Così, in questi giorni, l’indirizzo twitteriano di Pippo Civati, consigliere regionale lombardo, ha superato in contatti quello creato dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi#leopolda. “Per un momento siamo stati addirittura i più seguiti in tutta Italia”, racconta a ilfattoquotidiano.it lo stesso Civati.
Appena due giorni fa c’era stata la convention fiorentina, proprio alla stazione ferroviaria Leopolda intitolata Big Bang, che aveva segnato una frattura netta coi vertici del partito, invitati da Renzi, senza troppi giri di parole, a farsi da parte. Ora Civati, che una settimana fa aveva tenuto una convention analoga a Bologna insieme alla eurodeputata Debora Serracchiani, contrattacca e, oltre ad accusare Renzi di personalismo e di un rischio di “berlusconismo”, lancia su Twitter le prossime azioni concrete da contrapporre alle parole dell’ex alleato Matteo.
L’iniziativa “internettiana” del giovane politico di Monza si chiama #occupyPD ed è partita con due proposte molto forti per combattere la gerontocrazia nel partito. “Mi chiedono: come funziona questo #occupyPD? Non sarà la solita fiammata che poi rimane sul web? – ragiona Civati, che poi manda subito un segnale a Renzi e al suo presunto immobilismo – Funziona così, che non bastano le prese di posizione, i decaloghi, i manifesti, le pie intenzioni. Non ci vuole un programma statico, ce ne vuole uno dinamico. Ci vuole l’azione. Ecco. E bisogna procedere da subito”.
Detto, fatto. Visto che sabato a Roma si terrà una grande manifestazione del Partito democratico contro il governo Berlusconi, #occupyPD lancerà una iniziativa anti-casta: “Iniziamo da due cose semplici: la campagna per l’abolizione dei vitalizi dei politici, urbi et orbi, e le primarie per i parlamentari. La prima è semplicissima – scrive Civati, che vara sul suo blog una sorta di marcatura a uomo asfissiante – si scrive al proprio consigliere regionale di riferimento e si chiede che cosa si sta facendo, nella propria regione, per la riduzione dei privilegi. Non è solo un mailbombing. No, ci vuole il contatto web, ma anche quello fisico. Chiedete all’eletto di tenervi aggiornati, di dare informazione circa l’iter di approvazione della riforma, che è piccola grande cosa, nel mare della sfiducia dilagante”. La proposta di Civati prosegue con un lapidario “Procediamo”, in perfetto stile fatti, non parole.
Poi, sempre nella proposta postata stamattina dal consigliere Pd, c’è la questione delle primarie per i candidati a Camera e Senato: “Si tratta di convincere il Pd a tutti i livelli a tenere le primarie per i parlamentari. E allora ci si può muovere in molti modi. A Roma qualcuno raccoglierà le firme il 5 novembre, durante la manifestazione del Pd”. Poi conclude col solito grido di battaglia: “Procediamo? #primarieparlamentari #occupyPD”.
Quel “Procediamo” del resto sembra essere un riferimento a quello che Civati, in una intervista apparsa oggi sul quotidiano la Repubblica chiama l’outsoucing di Renzi, l’andare cioè a cercare nuove idee fuori dal partito. “Per affrontare problemi enormi come la crisi non bastano cinque minuti”, ha commentato Civati nell’intervista. “E non bisogna darli in outsourcing: Renzi dice ‘la mia politica economica la faccia Zingales’. Non sono d’accordo”. Durante l’intervista sul quotidiano romano è arrivata anche un’altra accusa molto forte da parte del rottamatore lombardo all’ex “collega in demolizioni” fiorentino: “Non si capisce quale sia la politica, che non è solo slogan, parola veloce, leadership vecchio stile. Di questo è fatto il berlusconismo, e per superarlo è necessario passare dalle persone ai contenuti”. E chissà se Civati, con questa pesante accusa non voglia richiamare quello che tutti i commentatori politici sui giornali stanno rilevando: il primo cittadino di Firenze, che non aveva fatto mistero di guardare con favore alle politiche industriali di Sergio Marchionne, piace quasi più a destra che a sinistra.
Civati parla anche della sua presenza a Firenze alla convention di Renzi. Una presenza inaspettata, ma che il politico lombardo prova a spiegare così. “E’ per questo che sono andato a Firenze – spiega – per dimostrare in un colpo solo che si possono evitare i personalismi, che bisogna confrontarsi”. Per tornare alla questione delle primarie Civati, da sempre considerato un rottamatore più moderato nei confronti dei vertici bersaniani del Pd, ha anche cercato di spiegare il motivo del fenomeno Renzi e in generale quello dei rottamatori: “Bersani ha detto che le primarie sono aperte a tutti, un vero big bang positivo per il partito, poi se l’è rimangiato”, ha detto Civati a Repubblica. “Sono contro l’outsourcing, ma anche contro il fortino: questo enorme spazio occupato da Renzi con la voglia di rinnovamento l’hanno creato i dirigenti, con i loro errori”.