Finisce così? Il film dell’Italia che manda a picco non solo la sua economia ma che si macchia della responsabilità di affossare l’Eurozona è destinato ad avere un unico tragico finale? Non è sicuro naturalmente. Come niente è certo nella vita eccetto la morte, ma mentre vi scrivo la consapevolezza che la risposta arriverà nel giro di giorni è forte. Così come la coscienza di quanto duro sia questo momento.
E devo confessarvi che la mia preoccupazione per la situazione economica italiana cresce da mesi. C’è la mia famiglia in Italia. Mio padre e mia madre che hanno cercato di risparmiare per tutta una vita e che ora si chiedono, insieme a milioni di italiani, come si sia arrivati a questo punto. Dove eravamo mentre si consumava il declino.
A Londra, dove vivo, ogni giorno i telegiornali i radiogiornali e i giornali affrontano la questione. E ogni giorno ho registrato un’iniziativa del Governo, per tentare di arginare il problema. Non tutte mi sono piaciute, anzi. Ma non posso certo dire che maggioranza e opposizione siano rimaste con le mani in mano. Il fatto che nei mesi scorsi non si parlasse apertamente della situazione su molti media italiani, mi faceva temere il peggio.
Nei mesi scorsi ho letto paginate e paginate di una politica ritorta su se stessa. Sembrava che l’unico problema del Paese fossero i processi di Berlusconi e come aiutare Berlusconi a uscire dai processi. Mesi e mesi – se non anni – così. Evidentemente i “palazzi” si occupavano di questo.
E la credibilità economica? E le iniziative per proteggere le famiglie italiane? I cittadini hanno il diritto di sapere esattamente che tipo di rischio corrono i loro risparmi in questo momento e cosa sta facendo questo Governo. Ma le risposte di chi risposte avrebbe dovuto dare, sono state confuse, a tratti persino ottimiste.
Ed eccoci arrivati ai giorni nostri. Giorni difficili, durante i quali ci auguriamo, nonostante tutto, un finale, se non lieto, almeno non catastrofico. Accendo la Tv, Bbc, qualche giorno fa. E si parla in apertura dell’Italia. “Staranno prendendo qualche iniziativa per la crisi” mi son detta. Invece, a tutto schermo, compare una zuffa. Il primo piano di un gruppo di parlamentari che si mettono le mani addosso. Cosa succede? Scopro che la Lega, per difendere la moglie del proprio capo, “oltraggiata” da un’opinione negativa sulla sua pensione, finisce con l’alzare le mani. Alla Camera. Ora, senza entrare nel merito dell’assurdità della questione, è proprio il caso? E mi rivolgo direttamente ai deputati leghisti ma anche all’intera coalizione che governa: che tipo di messaggio state dando alle persone? Quali sono le vostre priorità?
Nel famoso siparietto di Merkel e Sarkozy, è stata la mancata risposta diretta sulla credibilità di Berlusconi a rivelarsi dichiarazione assordante. Diciamoci però la verità, lo sapevamo che la sua reputazione è ai minimi storici. E forse, fra i presidenti del Consiglio, siamo al minimo storico della Repubblica.
Ieri leggevo ancora che dichiarava: «Queste fibrillazioni non dipendono dalla mia presenza o da quello che sta facendo il governo, che ha imboccato la via giusta. La speculazione ha puntato l’Italia e la risposta che va data deve essere globale, noi non possiamo fare molto di più di quello che stiamo facendo. E sicuramente non potrebbe farlo un altro governo: voglio vederlo un esecutivo tecnico di gente divisa su tutto affrontare le riforme sulle quali ci siamo impegnati noi». Non mi sembra il momento di ostentare capacità politiche che fino ad ora hanno portato sull’orlo del baratro. Il problema è che gli investitori hanno dimostrato di non avere fiducia nel fatto che lui e il suo Governo potranno attuare le riforme promesse all’Europa appena lo scorso mercoledì. Come la mettiamo?