A differenza dei rottamatori di Matteo Renzi, i futuristi hanno già licenziato i vecchi padrini e possono concentrarsi sul percorso da compiere per raggiungere il loro futuro politico. Con questo obiettivo i finiani di Libertiamo, l’associazione presieduta dal capogruppo di Fli a Montecitorio, Benedetto della Vedova, e del Futurista, il periodico diretto da Filippo Rossi, hanno organizzato a Viterbo la loro prima tre giorni di confronto, dal 4 al 6 novembre. Il destino scritto sotto l’anagramma di destra: Stra.de. E sarà Gianfranco Fini, a indicare quale via imboccare. E seguire. Il presidente della Camera interverrà sabato mattina. Giulia Bongiorno il giorno prima. Fini e Bongiorno saranno gli unici due parlamentare a parlare dal palco. Ma non saranno comizi, ma interviste con domande vere. Da Viterbo, dunque, partono i “camminatori” futuristi. Un week end di seminari, cultura politica, percorsi intellettuali cui parteciperà Aldo Cazzullo, Luciano Lanna, Peter Gomez, Vauro e molti altri (qui il programma completo). Saranno presenti anche molti esponenti di Fli. Hanno aderito Flavia Perina, Enzo Raisi, Fabio Granata, Umberto Croppi, Manfredi Palmeri, Potito Salatto, Salvatore Tatarella, Francesco Pasquali.
“C’è bisogno di mettersi in cammino – spiegano il futurista e Libertiamo sui loro siti internet – con la voglia di esplorare territori nuovi (e forse pericolosi), mettendo a rischio le proprie certezze, abbandonando vecchi percorsi per trovarne di nuovi e inaspettati. La politica come pellegrinaggio, più che come guerra: è con questo spirito che Il Futurista e Libertiamo organizzano la tre giorni viterbese di Stra.De. Una scommessa costruttiva, una sfida alle acque stagnanti di una politica noiosa, incattivita e miope. Non vogliamo essere rottamatori di niente e nessuno, ma piuttosto camminatori”. Del resto rottamare non è sufficiente perché “tanta insistenza sul ricambio generazionale e sulla rottamazione delle vecchie burocrazie di partito individua il problema, ma rischia di non risolverlo. Il dramma della politica italiana – l’inconcludenza, lo scarso coraggio delle riforme, la paralisi indotta dai mille veti incrociati – potrebbe ripetersi ancora, se alle prossime elezioni la principale alternativa al duo Berlusconi e Bossi apparirà essere la riedizione dell’Unione prodiana. E il Terzo Polo ha la chance di offrire agli italiani una proposta credibile e vivace, ma per farlo ha bisogno di costruire un tessuto di idee coerente con una tensione e una visione nuova, oltre ad una leadership capace di parlare a un elettorato ampio e potenzialmente maggioritario. Per i “camminatori” la meta è forse lontana, ammettono, ma non abbiamo fretta: in fondo “un viaggio di mille miglia – scriveva Confucio – comincia con un solo passo”.