L’ avvertimento era chiaro: “Ecco cosa accade a chi scrive e indaga sul narcotraffico. Giornalisti e blogger siete avvertiti”. Questo il testo di un cartello ritrovato il 15 settembre al collo di un uomo e di una donna appena uccisi dai feroci cartelli della droga messicana. La coppia fa parte dei 74 giornalisti uccisi in Messico, appena una propaggine se confrontata alle oltre 40mila vittime che conta il Paese per la violenza relativa alla guerra della droga.
In Messico pochi parlano, tutti hanno paura. Se inizialmente le proteste contro i trafficanti erano riusciti con successo ad appoggiarsi sui social network, anche questa possibilità è recentemente scemata per paura di ritorsioni: solo sabato scorso una donna è stata trovata decapitata a Nuevo Laredo, uccisa per essersi espressa online contro gli affari del narcotraffico. In questa guerra ora scendono in campo gli Anonymous, network di hacker che a livello internazionale hanno pianificato attacchi informatici a difesa di Wikileaks, contro regimi dittatoriali e istituzioni pubbliche poco trasparenti.
In un video apparso online ieri, un membro del network nascosto come al solito da una maschera di Guy Fawkes, il protagonista di V per vendetta, attacca apertamente il temibile cartello dei Las Zetas che si è già lasciato alla spalle un’interminabile scia di sangue. La gang viene accusata di aver rapito un membro di Anonymous: gli hacker avvertono che se non verrà rilasciato entro il 5 novembre, finiranno online informazioni sui narcotrafficanti e sugli appoggi di cui godono tra la stampa e i politici. “Non possiamo difenderci usando delle armi – viene spiegato nel video – ma possiamo farlo con tutte le informazioni che abbiamo su di loro” dicono rivolti ai criminali.
Finora alcuni attacchi informatici sono stati condotti contro politici messicani, a cominciare da Gustavo Rosario, ex ministro della Giustizia dello Stato di Tabasco: l’home page del suo sito è stata sostituita con una scritta “Gustavo Rosario es Zeta” denunciando così una sua contiguità con la gang. Non si sa in realtà se l’ultimo video-annuncio di Anonymous sia autentico, né informazioni vengono fornite sul presunto rapimento. Quest’ultimo potrebbe anche essere fasullo e le dichiarazioni hacker potrebbero risultare l’annuncio di una nuova campagna contro il terrore dei trafficanti. Contro di loro potranno qualcosa almeno gli smanettoni? Intanto è bene che, mettendosi al lavoro, si assicurino di essere davvero “anonimi” e non rintracciabili.
(dal Fatto del 2 novembre 2011)
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