Cronaca

Napoli, vigili urbani in bolletta <br> Le divise le paga Confindustria

Gli agenti della polizia municipale non rinnovano il loro "guardaroba" dal 2002. Ma le casse comunali sono al collasso, così la federazione degli industriali della Campania si offre di pagare le uniformi. Sei milioni di euro per non sfigurare alla luce anche delle regate veliche per la prossima America's cup quando la città partenopea avrà puntati i riflettori della stampa mondiale

Confindustria regalerà le divise ai vigili urbani di Napoli. Con la benedizione della Cgil e degli altri sindacati. E’ stato sottoscritto un protocollo di intesa tra la giunta de Magistris e l’Unione industriali partenopea, con cui l’organizzazione di Emma Marcegaglia si impegna a rifornire la polizia municipale dei vestiti di ordinanza, dei berretti e persino delle armi.

E’ dal 2002 che i vigili urbani di Napoli non acquistano nuove divise. La maggior parte degli agenti è ormai costretta a farne a meno. In servizio si sta in jeans, maglioncino e pettorina plastificata. I più fortunati hanno anche un cappellino con la scritta polizia municipale. Spesso, però, scolorita e illeggibile. “Non siamo riconoscibili per strada e quindi perdiamo autorevolezza, molta gente mi scambia per elettricista o fattorino, è difficile fare una multa a qualcuno in queste condizioni”, si lamenta l’agente Carlo Giordano. È stato assunto nel 2011 e la divisa lui non l’ha mai neppure vista, “in compenso però mi hanno preso le misure”, aggiunge ironico. Il problema riguarda anche gli agenti più anziani. “Siamo costretti a scambiarci gli abiti tra di noi. Chi finisce il turno – racconta Angelo Adamo, vigile da quasi vent’anni – passa i vestiti a quelli che vengono dopo”.

La cifra che andrebbe investita per rifare il guardaroba alla polizia municipale di Napoli non è, però, così irrisoria. L’intero equipaggiamento di un agente di polizia municipale costa poco meno di tremila euro. Tenendo presente che i vigili napoletani sono in tutto duemila, si comprende che l’investimento ammonterebbe a circa 6 milioni di euro. Una cifra che al momento non è nella disponibilità della giunta de Magistris. Lo dice chiaramente l’assessore alla sicurezza Giuseppe Narducci: “L’attuale situazione finanziaria del Comune di Napoli, con il deficit di bilancio che abbiamo trovato e i pesanti tagli del governo agli enti locali, non ci consente di poter fare questo investimento”.

Perciò è scesa in campo Confindustria Campania, attraverso il suo presidente Paolo Graziano, che ha sottoscritto il protocollo di intesa con il Comune. Gli industriali faranno una colletta e pagheranno tutte le spese. Nel nuovo preventivo, che sarà presentato dall’assessore Narducci, il prezzo del singolo equipaggiamento scenderà da tremila a cinquecento euro. Un atto di generosità dovuto (come si legge nel documento) alla consapevolezza che “maggiori livelli di legalità e sicurezza permettano di intraprendere iniziative economiche che rivestono valore decisivo per lo sviluppo della città”. In realtà a motivare gli industriali napoletani ha molto inciso anche l’America’s Cup di vela, che non a caso è citata nel protocollo di intesa. Grande è la paura di fare una figuraccia di fronte agli occhi del mondo con i vigili in jeans e pettorina. La Cgil approva l’intera operazione. “Un ottimo esempio – è il commento di Gennaro Martinelli, membro della segreteria provinciale della Funzione pubblica – di come il privato può e deve andare in soccorso al pubblico”.

di Giorgio Mottola