Mazze di legno e d’acciaio. E a Roma scatta l’agguato “squadrista”, al grido di “Ammazziamoli, stì comunisti”. Vittime, alcuni militanti del partito democratico, con in testa il capogruppo Pd del Municipio IV, Paolo Marchionne. Sotto accusa l’estrema destra. È l’1.40 di notte nella Capitale quando in via dei Prati Fiscali, un gruppo di attivisti Pd inizia ad affiggere delle locandine contro la mafia. Insieme a Paolo Marchionne, capogruppo nel IV municipio, ci sono quattro ragazzi dei Giovani Democratici di Talenti, sono: Luca Quartu, Pietro Liverotti, Lorenzo Agostino, Tommaso Scrivano. I cinque vengono aggrediti da uomini con mazze di legno e spranghe. “Erano 10-15, tutti coperti con casco e sciarpa, un vero agguato”, racconta Lorenzo, 25 anni. A lui sono toccati 15 giorni di prognosi, un braccio rotto, 15 punti sulla testa, vari ematomi e un trauma cranico. “Sono arrivati a piedi per non fare rumore e hanno iniziato a colpirci con delle mazze”. I cinque ragazzi finiscono in ospedale con diverse contusioni, chi al Pertini chi al Policlinico Umberto I. Luca deve essere ancora dimesso. La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo, ipotizzando il reato di lesioni. Se ne sta occupando il procuratore aggiunto Pietro Saviotti il quale ha delegato agli investigatori il compito di interrogare le persone aggredite.
“È colpa della presenza dei fascisti a Montesacro”, dice Paolo Marchionne a ilfattoquotidiano.it. Sotto accusa, secondo le vittime, i gruppi di estrema destra nel quartiere Prati Fiscali, che si rafforzano da quando Casa Pound e altre formazioni si sono insediate stabilmente nel municipio. “Quest’estate sono stati picchiati due ragazzi a Talenti”, aggiunge Lorenzo. “E stanotte hanno pestato noi”. Una faccenda che avrebbe a che fare con l’occupazione, mesi fa, di alcuni stabili (una scuola e degli uffici) in zona da parte di appartenenti ai centri sociali di destra. Occupazioni che si erano concluse in poco tempo. “Ora continuano a imbrattare tutto il quartiere con scritte contro di noi”, raccontano dal circolo GD di Talenti. E l’attacco di stanotte “è avvenuto a pochi passi da uno stabile occupato qualche mese fa dai fascisti”. Non solo: Paolo Marchionne – il cui bollettino parla di riversamento da contusione, escoriazioni, contusioni e 5 punti – avrebbe riconosciuto uno degli aggressori: “Ho sporto denuncia contro Alberto Palladino, l’incaricato di CasaPound Italia delle occupazioni dello scorso maggio”. Palladino, secondo il racconto di Marchionne, “dopo averci menato, si è avvicinato a me a volto scoperto per dirmi: “Io e te ci conosciamo”.
CasaPound, però, rimanda le accuse al mittente e rilancia. “Tutti quelli che nomineranno il nostro nome si beccheranno una denuncia”, dice il presidente Gianluca Iannone. “Non c’entriamo niente ed è incredibile che qualsiasi cosa accada, si parli sempre di CasaPound”, racconta. “Marchionne – aggiunge – è lo stesso che, al tempo delle nostre occupazioni, ha sempre soffiato sul fuoco”. L’aggressione, comunque, sbarca a Montecitorio, con Roberto Morassut del Pd che annuncia un’interrogazione. Se le indagini “confermeranno che gli aggressori appartengono a organizzazioni di estrema destra, Alemanno dovrebbe spiegare – dichiara il deputato – perché ha deciso di assegnare a una di queste – CasaPound – una sede nel centro di Roma di proprietà del Comune, costata milioni di euro”, dice Morassut. Anche questa accusa, però, viene rispedita al mittente: “Nessuno ci ha assegnato nulla”, dice Iannone. “CasaPound è e resta un’occupazione”. Per la sede di via Napoleone III “c’è stato un passaggio di proprietà dal demanio statale a quello comunale senza spendere un euro”. E poi il palazzo è occupato “dal 2003, quando sindaco era Veltroni”.
di Angela Gennaro