L’ex leader del partito di Clemente Mastella in Emilia Romagna, Luca Cioffo, è stato catturato a Carpi dopo 4 mesi di latitanza e un ultimo maldestro tentativo di nascondersi sotto il letto.
Il politico, 35enne immobiliarista originario di San Cipriano d’Aversa, è stato rintracciato nella casa della sorella dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta nel corso di un’indagine su presunti affiliati al clan dei Casalesi. Dovendo scontare 2 anni e 8 mesi passati in giudicato per estorsione, truffa e ricettazione, interrompe così una carriera che pareva immune da condanne e indagini in corso: a Modena è sotto processo per raggiri sui mutui della prima casa di quattro anni fa.
Vicesegretario regionale e poi commissario dell’Udeur Emilia Romagna fino allo scioglimento, Cioffo era saltato dall’Upc di Antonio Satta alla Democrazia cristiana di Giuseppe Pizza passando per l’Alleanza di Centro di Francesco Pionati. Nel listone dell’ex giornalista del Tg1 che in maggio ha contribuito all’elezione di Stefano Caldoro a governatore della Campania, il truffatore era candidato al consiglio provinciale di Caserta: 170 voti pari allo 0,88% nel collegio Casapesenna-San Cipriano, zero preferenze. Ad urne ancora calde si è reso irreperibile, prima che il 2 agosto la Procura di Santa Maria Capua Vetere spiccasse l’ ordine di carcerazione in virtù della revoca dell’ordinanza di sospensione della pena ormai esecutiva.
Le tre sentenze che si sono cumulate per reati dal 1992 al 2004 equivalgono a 5 anni e 8 mesi, cui vanno scontati i 3 dell’indulto. La prima estorsione fu a 16 anni, poi arrivarono le truffe. Gli inquirenti non considerano Luca Cioffo solo un abile faccendiere, ma un colletto bianco vicino ai Casalesi. C’è l’ombra della camorra negli omicidi di due parenti, il cugino Nicola assassinato nel 1990 a Villa Literno e lo zio Domenico ucciso cinque anni dopo. E la Questura di Caserta nel gennaio 1995 gli recapitò un avviso orale perchè “sospettato di appartenere all’ organizzazione camorristica denonimata Clan dei Casalesi”.
Democristiano doc con disinvoltura berlusconiana, Cioffo gestisce da due lustri politica e affari tra la Campania e l’Emilia. Dal quartier generale a Carpi si occupa di supermercati, assistenza legale, noleggio auto, compravendita immobiliare, prestiti e, ovviamente, calcio. Dopo aver gestito una squadra locale di terza categoria, tre anni fa partecipa alla cordata che tenta di scalare il Modena con una maxi-offerta per l’acquisito del 22,5% delle quote. Segretario locale dell’Udeur, ben presto diventa il luogotenente dello statista di Ceppaloni a livello regionale.
“Ho sempre lottato contro il signor Cioffo, che continuava a guadagnare spazio – spiega Antonio Maienza, all’epoca segretario provinciale dell’Udeur -divenne il capo dell’Emilia nel periodo dell’inchiesta sui Mastella, e fu uno dei sostenitori dell’uscita dal centrosinistra cui invece noi continuiamo a essere legati (oggi come Popolari liberali)”. Parlano di lui anche le indagini del Pm Claudia Natalini su alcune truffe relative ai mutui della prima casa. I fatti ora al vaglio del dibattimento, che prosegue il 24 novembre con nuove audizioni, si riferiscono al biennio 2007-2008: secondo l’accusa Cioffo intascò da Unicredit, Unipol e Monte dei Paschi 700mila euro di finanziamenti per l’acquisto di ruderi di scarso valore intestati a prestanome nullatenenti.
Il tutto secondo un oliato canovaccio: perizie gonfiate e autocertificate, future fantomatiche ristrutturazioni, nomadi, pregiudicati e tossicodipendenti che recitavano la parte degli acquirenti grazie a false buste paga e dichiarazioni dei redditi. Solo a rate scadute le banche ‘disattente’ si sono messe in moto per pignorare i beni e recuperare parte del capitale.
La polizia di Carpi, temendo una rete molto più vasta di truffe, era arrivata a diramare un comunicato per invitare i cittadini coinvolti in simili compravendite a presentarsi in commissariato. Intanto a inchiesta in corso il nuovo partito di Cioffo, per pura coincidenza, si spendeva per le famiglie in difficoltà chiedendo “l’ impignorabilità della prima casa da parte di Equitalia”. Mentre risultava contumace al processo modenese, l’ex mastelliano si è candidato alle provinciali di Caserta con l’Alleanza di Centro per Caldoro, pur sapendo delle condanne accumulate in loco. Che evidentemente non sono mai state un problema, anzi. Durante una perquisizione nel suo ufficio di Carpi, gli investigatori trovarono i verbali delle denunce appiccicati in bacheca, come medaglie da collezione.