Oggi cambia l’Ecopass milanese. Va in giunta in queste ore il nuovo ticket da 5 euro per tutti e senza sconti che segna un inasprimento della versione precedente. E parallelamente si apre anche un caso, in punta di diritto, che vede l’attuale sindaco Giuliano Pisapia in una posizione quantomeno curiosa. Eccola: in piena campagna elettorale, ha sostenuto la battaglia di 175 cittadini che il 9 maggio scorso hanno trascinato in tribunale Comune e Regione Lombardia per acclarare la responsabilità di Letizia Moratti e Roberto Formigoni nello sforamento ininterrotto dei limiti di legge sulle concentrazioni di Pm10 nell’aria. Allora eravamo in piena campagna elettorale. Il Corriere della Sera titolava: “Una class action contro la Moratti”, riportando l’adesione del candidato Pisapia e la benedizione dei Verdi, pronti a intraprendere analoghe iniziative anche a Roma e a Napoli. Sul piatto, una richiesta di danno per un milione di euro che equivale a mille euro a testa per ogni anno dal 2005 in poi. Ma dopo la vittoria nelle urne, il 21 ottobre scorso, il neo-sindaco ha affidato ai legali di palazzo Marino il mandato di costituirsi in giudizio contro quegli stessi cittadini (leggi il documento).
Solo quattro mesi dopo le parti si invertono. L’emergenza smog a Milano è tutt’altro che finita ma ora, nella posizione di sindaco, si ritrova proprio Giuliano Pisapia che, come rappresentate del Comune, eredita sia la grana dell’inquinamento e sia l’azione legale di massa. Il primo cittadino non scende a patti con i promotori cui aveva plaudito a maggio da candidato. Firma invece l’atto di costituzione che impegna la Civica Avvocatura a opporsi loro nel primo e negli altri gradi di giudizio. E il sindaco-avvocato veste paradossalmente i panni del difensore d’ufficio della Moratti e dell’operato della giunta precedente di centrodestra.
L’atto di costituzione si articola infatti come una requisitoria a difesa dell’operato della Regione che “ha adottato i prescritti piani d’azione per il contenimento e la prevenzione degli episodi acuti di inquinamento e il Comune di Milano, per la parte di propria competenza, via ha dato puntuale esecuzione”. Frasi che per anni ha ripetuto la stessa Moratti e che oggi il nuovo sindaco fa proprie. “Il Comune – argomenta la difesa – non si è limitato a svolgere il ruolo di ente esecutore dei piani e dei programmi regionali ma, pur in assenza di uno specifico obbligo giuridico, ha affrontato il problema dell’inquinamento atmosferico adottando ulteriori provvedimenti che hanno largamente contribuito al miglioramento della qualità dell’aria prevenendo gli accumuli di sostanze inquinanti (…) Tanto che i dati relativi all’inquinamento atmosferico dimostrano l’efficacia dei provvedimenti adottati dal Comune nell’ultimo quinquennio come l’Ecopass, le Ztl e gli incentivi per l’efficienza energetica”.
E se da un lato la nuova giunta si prepara a rottamare il vecchio Ecopass, dall’altra riconosce che ogni misura su scala locale è ben poca cosa. Infatti più avanti si legge: “La concreta efficacia di qualsiasi provvedimento amministrativo finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria nel territorio comunale è condizionata da fattori che per loro natura non possono essere modificati da provvedimenti a carattere locale”. Alla fine la conclusione è senza appello: “Nessuna responsabilità risarcitoria è imputabile all’amministrazione comunale che entro i limiti delle proprie competenze ed in conformità alle norme vigenti, ha adottato ogni provvedimento utile a ridurre l’inquinamento atmosferico, garantendo l’equo bilanciamento dei numerosi e spesso contrapposti interessi della città. E’ necessario costituirsi in giudizio per dimostrare la legittimità dell’azione amministrativa del Comune per migliorare la qualità dell’aria”.
Non è stupito l’avvocato Claudio Linzola che ha depositato l’atto per 175 cittadini: “Diciamo che rientra negli atti dovuti e Pisapia aveva solo due strade davanti a sé e quella di darci ragione in sede civile avrebbe comportato una condanna dell’amministrazione di cui è diventato amministratore. Forse ha consigliato per questa via anche il timore che volgessimo la causa direttamente contro la nuova giunta ma non è questa l’intenzione perché l’azione legale è per appurare le responsabilità di chi per 10 anni ha ignorato il monito dell’Europa che dal 1999 ha stabilito per tutti gli Stati membri di rientrare nei parametri di legge. L’Italia e Milano hanno derogato nei fatti. Forse nelle altre fasi di dibattimento l’amministrazione potrà correggere il tiro”.
Il sindaco Pisapia sul tema fa sapere che “nell’azione politica la discontinuità è nei fatti perché proprio oggi la giunta decide di rafforzare le politiche di contenimento attraverso una versione più efficace di Ecopass. Poi c’è una continuità giuridico-amministrativa che non ha a che fare con il merito della causa promossa dai 175 e ci vede necessitati a opporci proprio per discutere del merito. Senza questa costituzione non è neppure possibile trovare un eventuale accordo con gli attori”.