Economia & Lobby

G20, il Financial stability board disegna <br/>la mappa delle banche “sistemiche”

Il presidente della Bce, Mario Draghi

C’è anche Unicredit tra le 29 banche di importanza sistemica globale selezionate dal Financial Stability Board. La lista è stata presentata oggi al G20 di Cannes da Mario Draghi, nel suo ultimo atto da presidente del board. A questi istituti saranno richieste particolare regole di condotta e una capacità aggiuntiva di assorbimento delle perdite. Su di loro verrà anche applicata una sorta di sorveglianza transfrontaliera con una maggiore cooperazione tra le autorità di supervisione nazionali. L’ammontare di capitale ulteriore sarà compreso tra l’1 e il 2,5% a seconda dell’importanza e delle dimensioni della banca e dovrà essere raccolto a partire da gennaio 2016 ed entro gennaio 2019. La lista delle cosiddette G-Sifi sarà aggiornata annualmente e l’obbligo di rafforzare i ‘serbatoi’, oltre i limiti già fissati da Basilea III, scatterà per le banche che saranno contenute nell’elenco che sarà pubblicato nel novembre 2014.

Per Draghi, “il sostegno del G20 rappresenta un passo fondamentale. La piena e coerente realizzazione di queste politiche”, aggiunge il neopresidente della Bce, “diminuirà la probabilità e l’impatto del fallimento di una Sifi e affronta il rischio di azzardo morale consentendo di chiudere le istituzioni finanziarie al cuore del sistema globale senza danni per l’economia reale e costi per i contribuenti”. Nel dettaglio, le 29 banche che entrano in questa prima lista, nel rigoroso ordine alfabetico utilizzato dall’Fsb, sono: Bank of America, Bank of China, Bank of New York Mellon, Banque Populaire CdE, Barclays, Bnp Paribas, Citigroup, Commerzbank, Credit Suisse, Deutsche Bank, Dexia, Goldman Sachs, Group Credit Agricole, Hsbc, Ing Bank, Jp Morgan Chase, Lloyds Banking Group, Mitsubishi Ufj, Mizuho, Morgan Stanley, Nordea, Royal Bank of Scotland, Santander, Societe Generale, State Street, Sumitomo Mitsui , Ubs, Unicredit Group e Wells Fargo. Al momento la lista contiene soltanto banche, ma l’Fsb comincerà già quest’anno il lavoro per allargare l’elenco anche alle altre istituzioni finanziarie non bancarie. Si prevede ad esempio che l’identificazione dei gruppi assicurativi di importanza sistemica possa essere completata in tempo per il vertice del G20 in programma a giugno 2012.

Le Sifi, spiega l’Fsb, sono istituzioni finanziarie i cui problemi o il cui eventuale fallimento porterebbero significative ricadute sul sistema finanziario più ampio e l’attività economica a causa della loro dimensione, complessità e interconnessione sistemica. Per evitare ciò, viene osservato, le autorità “troppo frequentemente non hanno avuto altra scelta che evitare il fallimento di tali istituzioni attraverso il sostegno pubblico” e, “come evidenziato dalla crisi, ciò ha conseguenze deleterie per gli incentivi provati e le finanze pubbliche”.