Cronaca

La ‘ndrangheta nel Lazio, il Pd chiede <br/> commissione d’accesso nel comune di Anzio

La richiesta è arrivata direttamente al minsitro dell'Interno. Secondo gli investigatori tra Anzio e Nettuno opera la cosca Gallace che ha anche importanti ramificazioni in Lombardia

Con un’interrogazione presentata ieri i senatori Felice CassonVincenzo Vita, Gianrico Carofiglio e Giuseppe Lumia, del gruppo del Pd, hanno chiesto al ministro dell’Interno Roberto Maroni l’invio di una commissione di accesso al comune di Anzio, sul litorale romano, “per verificare, ai sensi della normativa vigente, la presenza di condizionamenti da parte della criminalità  organizzata”.

Tra Anzio e Nettuno – comune sciolto nel 2005 per infiltrazione mafiosa – è attiva la locale di ‘ndrangheta della famiglia Gallace, originaria di Guardavalle, in provincia di Catanzaro. Sono due i processi promossi dalla Dda di Roma sui gruppi criminali originari della Calabria presenti sul litorale romano, con decine di imputati. A capo della cosca – secondo quanto ricostruito dal Ros dei carabinieri – vi è Vincenzo Gallace, oggi detenuto con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Carmello Novella, avvenuto nel 2008 alle porte di Milano.

Lo scorso mese, durante l’udienza del processo Appia, in corso a Velletri, ha deposto Antonino Belnome, collaboratore di giustizia condannato per l’omicidio Novella, che ha ricostruito la presenza dei Gallace sul litorale di Anzio e Nettuno. Nell’interrogazione i senatori del Pd ricostruiscono gli stretti rapporti di parentela che esistono tra Nicola Perronace – imputato in uno dei processi contro i Gallace, morto recentemente per infarto – con l’attuale assessore ai trasporti del comune di Anzio Pasquale Perronace. L’esponente della giunta guidata da Luciano Bruschini, Pdl, è poi direttamente legato da vincoli familiari con i vertici del gruppo imputato di associazione mafiosa: “Risulta essere cugino di primo grado – si legge nell’interrogazione – di Agazio e Vincenzo Gallace, esponenti apicali del clan Gallace”.

I dubbi sollevati dai tre senatori del Pd non si limitano all’attuale assessore con delega ai trasporti. L’interrogazione elenca diversi casi di intimidazioni e attentati avvenuti tra Anzio e Nettuno dal 2005 ad oggi: macchine incendiate, stabilimenti balneari e locali notturni colpiti da bombe carta, incendi che hanno distrutto imprese del posto.

Oltre ai legami di Pasquale Perronace con i vertici della cosca Gallace, Vita, Carofiglio e Lumia ripercorrono alcune inchieste che hanno visto coinvolti altri esponenti della amministrazione di Anzio: “Nell’ambito dell’inchiesta a carico del pregiudicato Franco D’Agapiti ed altri coordinata dalla procura di Velletri nel 2005 risultarono contatti tra lo stesso D’Agapiti e l’allora direttore del Comune di Anzio Giorgio Zucchini e attuale consigliere del Popolo della libertà di Anzio; la Corte dei conti, in appello, ha condannato Zucchini per danno erariale”, si legge sull’interrogazione. Secondo i senatori del Pd l’attuale assessore all’ambiente di Anzio, Patrizio Placidi, è stato condannato anche lui per dalla Corte dei Conti, nell’ambito dello stesso procedimento.

Coinvolto in indagini giudiziarie è anche l’attuale comandante dei Vigili Urbani di Anzio, Bartolomeo Schioppa, “condannato in appello per corruzione a due anni e otto mesi”, mentre “nel novembre 2007 veniva disposta dal giudice per le indagini preliminari di Velletri la misura coercitiva degli arresti domiciliari per corruzione nei confronti dell’allora comandante dei Vigili urbani di Anzio Samuele Carannante”.

Il vice sindaco di Anzio Ruggero Garzia raggiunto telefonicamente da ilfattoquotidiano.it, ha spiegato di non conoscere ancora il contenuto dell’interrogazione: “Ma voglio chiedere a questi senatori del Pd di ridursi i compensi per dare più soldi alle forze dell’ordine, visto sono loro che devono garantire la sicurezza dei cittadini”. Sui legami familiari dell’assessore Pasquale Perronace con gli esponenti della famiglia Gallace, Garzia ha preferito non commentare: “E’ un fatto che non conoscevo, farò le dovute verifiche”.

di Andrea Palladino