E’iniziato alle otto in punto e terminato alle 8.35 di stamane l’intervento al cuore di Antonio Cassano. L’esito dell’operazione eseguita dal professor Carminati (uno dei migliori specialisti sulla malformazioni congenite) è riassunto in una nota pubblicata sul sito ufficiale del Milan. “L’ A.C. Milan comunica che questa mattina Antonio Cassano è stato sottoposto a procedura di cardiologia interventistica di chiusura del forame ovale pervio presso l’Unità di Cardiologia del Policlinico di Milano – ha scritto la società di via Turati – . La procedura è stata eseguita con successo da un’equipe multispecialistica composta, fra gli altri, dal professor Mario Carminati, Direttore della Cardiologia Pediatrica e Cardiopatie congenite dell’adulto dell’IRCCS Policlinico San Donato, dal dottor Gian Battista Danzi, Direttore UO di Cardiologia e UCC del Policlinico di Milano e alla presenza dei medici del reparto di Neurologia del Policlinico di Milano che lo hanno in cura, il professor Nereo Brisolin, Direttore UO Neurologia, il dott. Yvan Torrente, ricercatore neurologo dell’università di Milano, e del Responsabile sanitario del Club, dottor Rodolfo Tavana“.
La società rossonera, inoltre, rende noto che “Antonio Cassano sta bene e nei prossimi giorni verrà sottoposto ad esami di controllo sulla base dei quali si stabilirà la data di dismissione. A questo punto – è l’invito che arriva da via Turati – immaginiamo un grande stadio, domenica pomeriggio. Lo Stadio di San Siro. Con migliaia di milanisti che ad intervalli regolari incoraggino con il coro che conoscono bene Antonio Cassano. Sarebbe il modo più bello per fare il primo passo verso il ritorno in campo del nostro campione. Archiviato l’intervento e in attesa delle dimissioni dall’ospedale (che potrebbero arrivare tra domenica e lunedì), già stabilita la tabella di marcia per la convalescenza e il ritorno all’attività agonistica. Il fantasista rossonero dovrà stare a riposo assoluto dalle 3 alle 5 settimane, dopo di che potrà riprendere gli allenamenti, ma evitando partitelle e altri esercizi di contatto. L’attaccante poi dovrà sottoporsi ad almeno 3 o 4 mesi di terapia con antiaggreganti e dopo la cura potrà riprendere a giocare.