A David Osborne, uno studente 22 enne di economia alla City University di Londra, è capitata una cosa che non si aspettava. Una sera è alla fermata del bus, nel quartiere di Islington, e aspetta da 10 minuti, guardando il suo orologio, spazientito per l’attesa. “Questi bus, eh? Ma risolverò il problema”, si sente dire da un tipo, che ferma la bici, scende, e va a porgere le sue scuse a David. “Mi dispiace davvero – continua – spero che tu non abbia atteso troppo a lungo”. E se ne rivà pedalando.

Il ciclista è in realtà il primo cittadino, Boris Johnson. Niente auto blu, scorte, sirene o privilegi per lui. Pochissimi o quasi nulla, i trattamenti speciali per la classe politica. A dirlo sono i dati, ad esempio quelli che emergono dal paragone tra Regno Unito e Italia: 195 vetture a disposizione di parlamentari e rappresentanti locali, a fronte delle oltre 72 mile italiane.

L’episodio dello studente, raccontato dal quotidiano Evening Standard, non è certo il primo della serie. Tra le scorribande al limite del mitologico del ciclo-sindaco si annovera perfino il salvataggio di una donna a rischio aggressione, che ringraziò pubblicamente Johnson “anche se non ho mai votato per lui, né lo farò in futuro”, ci tenne a precisare.

Jessica Roscoe, dell’ufficio stampa del comune di Londra, conferma: “Non tanto l’episodio in sé perché ovviamente non ero presente. Ma non vedo motivo, necessità di dubitarne. È successo qualcosa di simile anche un mio amico”.

Un po ’ di propaganda per Johnson, anche in vista della prossima campagna elettorale? Può darsi. Ritardi e inefficienze dei mezzi pubblici rappresentano uno dei primi motivi di malcontento per i londinesi, tanto che lo sfidante, il già sindaco Ken Livingstone “il rosso”, ha come suo cavallo di battaglia la proposta di abbassare i prezzi del 5 % per bus e metro.

Rimane il fatto che il sindaco della megalopoli da 10 milioni di abitanti usa abitualmente la bici. Ugualmente faceva il vice primo ministro Nick Clegg, almeno fino a quando – divenuto estremamente impopolare a causa di tagli e tasse agli studenti – gli hanno consigliato di muoversi in auto. Senza dimenticare che perfino il premier Cameron, appena eletto, aveva scelto di andare a piedi da Downing Street a Westminster.

Il Fatto Quotidiano, 5 novembre 2011

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