A due anni e mezzo di distanza dalla sua Babele torna con un nuovo album Marco Notari, cantautore torinese arrivato alla terza fatica con Io?, registrato in studio con i Madam e prodotto da Libellula Music. Composto da dieci canzoni di notevole spessore, con classe e maestria Marco Notari sfoggia la propria cultura, ispirazione e maturità artistica, descrivendo con precisione la nostra epoca nella quale, per la prima volta, i padri si aspettano che il destino dei figli sia peggiore del loro.
Per promuovere il nuovo disco, Marco Notari ha escogitato la strategia “una canzone in cambio di un indirizzo email”: nel maggio scorso, infatti, ha regalato la title-track del disco in cambio di una registrazione, e inoltre, chi ha lasciato la sua mail ha ricevuto qualche settimana fa, in occasione dell’uscita del disco, un Ep di contenuti extra in download gratuito e la possibilità di acquistare il disco a un prezzo scontato. L’idea è quella di abbattere quelle barriere che tradizionalmente separano un artista e il suo pubblico e creare un rapporto diretto con chi fruisce della sua musica. I risultati sono andati oltre le più rosee aspettative, moltissime persone hanno aderito all’iniziativa a maggio e la maggior parte di loro ha poi acquistato il disco.
Con una musica che spazia dalle ballate all’elettronica e una voce che è ormai un marchio di fabbrica, il punto forte dell’album sono i testi delle canzoni: “Sono partito da un’analisi introspettiva, ma credo di essere arrivato in certi brani a toccare temi che riguardano tutti, focalizzando lo sguardo in particolare sulle contraddizioni dell’uomo moderno, capace insieme di grandi imprese e terribili atrocità.
In La terra senza l’uomo racconto degli abusi che spesso perpetriamo verso le altre specie che popolano il pianeta, l’ambiente e i nostri simili, mentre in L’invasione degli ultracorpi racconto la storia di Davide e Mohammed, due ragazzi che vivono rispettivamente a Torino e Baghdad e che sono molto più simili di quanto i giornali e le tv vogliano farci credere ogni giorno. Purtroppo ancora oggi le guerre di religione servono per occultare gli interessi economici e strategici che stanno dietro la conquista e l’invasione dei territori stranieri.
D’altro canto, nel disco ho cercato di mettere in luce anche la bellezza e le potenzialità della nostra razza, ad esempio in Apollo 11, in cui ho raccontato la conquista della luna, immaginando un astronauta che nell’eccezionalità del gesto che sta compiendo rimane profondamente umano e pensa a un amore tormentato sulla terra”.
Come mai la scelta di intitolare l’album Io? e cos’è che ti ha ispirato nel comporlo?
Il disco prende il titolo dal suo primo brano, in cui ho immaginato me stesso nel grembo di mia madre poco prima di nascere, un attimo in cui ho l’impressione sia già racchiuso tutto il senso della nostra esistenza. La scelta di intitolare così l’album nasce dal fatto di essermi messo completamente a nudo nello scrivere questi brani e di essere andato più a fondo dentro me stesso rispetto al passato. Il punto interrogativo rappresenta quei dubbi che sono necessari per un essere umano per non fermarsi ma per continuare a mettersi in gioco, mantenere una mentalità aperta ed empatica verso gli altri ed evolversi. Attraverso tutti i brani ci sono molti riferimenti espliciti a persone a cui voglio e ho voluto bene, e credo che l’urgenza alla base del disco sia stata quella di fissare in un supporto destinato a resistere al tempo persone e cose che per loro natura sono destinate a passare.
Quali sono le tue considerazioni su questo mondo “indignado” e sui giovani che occupano piazze e irrompono nei luoghi di potere?
Gli indignados sono persone che con le proprie azioni cercano di fare la differenza. È un movimento in cui mi riconosco pienamente, credo che rappresenti una protesta con delle basi molto solide, perché affianca persone che possono avere diverse opinioni in materia di politica e religione, ma sono in grado di tollerarsi reciprocamente e unirsi contro un sistema ormai marcio sotto troppi aspetti. Credo che rappresenti bene la volontà dei cittadini, dei giovani in particolare, di riappropriarsi di tutto ciò di cui siamo stati progressivamente privati, del controllo della democrazia e delle proprie vite. La dichiarazione d’intenti degli indignados mi trova assolutamente d’accordo: credo che sia davvero necessaria una rivoluzione etica, se saremo in grado di portarla a compimento, in cui il denaro sia al servizio e non al di sopra dell’essere umano.
Nel disco c’è una canzone, Hamsik, in cui utilizzi la metafora calcistica per ben descrivere l’Italia berlusconiana…
Inizialmente Hamsik era un titolo di lavorazione, determinato dal fatto che ne avevo scritto la melodia il giorno dopo la nostra eliminazione dai Mondiali 2010. Poi, dal momento che volevo scrivere un brano in cui parlare delle contraddizioni e dello sfacelo attuale del nostro Paese, ho preso spunto dal titolo e sono partito dalla nostra incapacità di sentirci cittadini e di unirci al di fuori di un momento così secondario come i Mondiali di calcio. Credo che negli ultimi anni stiamo assistendo a un preoccupante svuotamento della democrazia nel nostro Paese, e la responsabilità è sicuramente della classe politica che lo governa, a partire dal presidente del Consiglio su cui penso sia superfluo aggiungere commenti. Oltre a questo però mi preoccupa la rassegnazione o addirittura l’indifferenza che percepisco in molte persone rispetto a tutto ciò, e allo stesso modo la tendenza a lamentarsi senza fare poi nulla di concreto per cercare di cambiare le cose. Ognuno di noi è responsabile di quello che succede nel Paese e ognuno di noi con le proprie azioni può fare la differenza. Infine, credo che un cancro dell’Italia in politica come in quasi tutti gli altri settori sia l’età troppo elevata di chi ricopre le posizioni di potere.
Dal 22 ottobre scorso marco Notari è in tour: partito dallo Spazio 211 di Torino, si esibirà nei club fino alla prossima primavera. Per il tour ha deciso di seguire un approccio di eco-sostenibilità e, in collaborazione con Lifegate, il tutto è a impatto zero. Inoltre per il merchandising si è affidato alla cooperativa Tessuto Sociale, che realizza magliette esclusivamente con cotone organico e proveniente da filiere fair-trade. Sul sito ufficiale di Marco Notari potete trovare maggiori informazioni. Vive le Rock!