Mi dispiace, ma Berlusconi ha ragione. E l’opposizione che lo attacca non ha motivi sufficienti e giusti per farlo. Lui dice che i ristoranti sono pieni ed è difficile trovare un posto libero sugli aerei. Ha fotografato una realtà a lui vicina, ha riportato uno stato d’animo diffuso tra chi egli frequenta e vede. Il suo mondo.

Bersani, Di Pietro, Casini hanno invece fatto finta di essere di un altro mondo, quello dei poveracci, di chi non ha i soldi per mangiare e non riesce ad arrivare alla fine del mese. Berlusconi ha mostrato la sua faccia (di plastica), l’opposizione ha fatto finta di averne una autentica e popolare, che non ha. Che non ha più.

Nessuno di loro sa che cosa voglia dire prendere un treno regionale, pagare una multa, mettersi in coda in tangenziale o al pronto soccorso (Aldo Moro ogni estate prendeva il vagone letto da solo e andava a raggiungere in montagna la famiglia). Nella vita di tutti i giorni godono di corsie preferenziali ma quando è necessario indossano la maschera dei cittadini comuni. Così è difficile essere credibili.

Qui sta il nodo. Nel momento in cui il Pd “subisce” il referendum popolare, si allea con la polizia contro i manifestanti della No Tav, si schiera con Marchionne contro i lavoratori, difende Schifani contro i grillini, sceglie dirigenti come il figlio di Colannino, simpatizza per Cordero di Montezemolo e Tremonti, e ha come iscritto numero uno Carlo De Benedetti, mi dite per favore perché disoccupati, precari, licenziati, giovani e onesti lavoratori da 1.200 euro al mese dovrebbero votare per un partito così?

Lo voterà chi vuole andare ancora al ristorante e farsi la vacanza in qualche posto tranquillo, magari parlando male di Berlusconi (seduto al tavolo vicino) e difendendo l’articolo 18. Cantava Gaber: “Com’è bello occuparsi dei  dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente”.

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