Diritti

3D è bello e sano!

Il mondo tridimensionale ha invaso la nostra vita.

La visione stereoscopica si ha grazie alla fusione delle immagini che arrivano ai due occhi.

Se possedete un iPhone potete facilmente registrare e riprodurre una immagine stereoscopica. In pratica dovrete scattare una foto e subito dopo scattarne una seconda a distanza di circa 6 cm, come fanno i nostri occhi. L’applicazione sovrapporrà le due foto in un anaglifo che, senza l’ausilio degli occhialini 3D, apparirà sfuocata. Con gli occhialini, a patto che entrambi gli occhi abbiano una buona capacità visiva, la foto così ottenuta apparirà in rilievo.

Tempo fa, a Milano, una bimba si è recata al cinema con i genitori a vedere un film 3D e, subito dopo, venne portata al pronto soccorso e le fu fatta diagnosi di congiuntivite.

Il ministro della Salute emanò una circolare, dopo aver riunito il Consiglio superiore della sanità, che testualmente recita: “L’utilizzo di occhiali 3D è controindicato per i bambini al di sotto dei sei anni d’età”.

Due note.

In pratica, se un piccolo spettatore non vede bene con entrambi gli occhi, si lamenta con i genitori perché non vede in rilievo ma sfuocato e può essere un modo per scoprire un’ambliopia, cioè il deficit di un occhio che obbliga all’utilizzo di un occlusore sull’occhio dominante per far sviluppare la visione nell’occhio adelfo “pigro”. Prima viene diagnosticata questa condizione, maggiori sono le possibilità di recupero. Prima esisteva solo la visita oculistica precoce per fare diagnosi e terapia. Oggi la tecnologia aiuta al fine di arrivare a una diagnosi che è l’unico modo per recuperare una visione stereoscopica che verrebbe a mancare per tutta la vita.

Non le pare, signor ministro, che sarebbe meglio togliere quella circolare dal sito del Ministero, presente dal 17 marzo 2010, e spiegare invece l’importanza di una visione stereoscopica soprattutto nei piccoli pazienti invece di “controindicarla”?

Se posso permettermi le consiglio, signor ministro, a lei e a tutto il consiglio superiore della sanità, di leggere “Vedere e rivedere. Viaggio di un neuroscienziato nella visione 3D” di Susan Barry.

Forse capirebbe, signor ministro della Salute!