Gli affitti sono sotto Roma e Milano e al pari di Venezia, trasporti e mense hanno il record assoluto. Senza contare le tasse. Gli universitari una delle categorie maltrattate
Il sito ha calcolato gli affitti medi di tutte le città universitarie d’Italia. Lecce e Palermo le più economiche, con un affitto medio mensile di 180 euro. Il primato negativo spetta a Milano e Roma, che risultano essere le sedi più care, con una media di 450 euro a posto letto. Un gradino più sotto c’è Bologna dove, al pari di Venezia, l’affitto medio mensile si aggira sui 310 euro. Meno di Firenze e Siena (rispettivamente 380 e 340 euro al mese) ma più di Pisa (300 euro), di Padova, Ancona e di Perugia, dove gli affitti sono compresi tra 200 e 299 euro al mese. E dato che si tratta di importi medi, è facile immaginare come i costi per una stanza in queste città possano raggiungere livelli davvero alti, superando in alcuni casi anche gli 800 euro al mese.
Per gli studenti insomma l’unica strada è quella di mettere mano al portafogli. Perché non c’è solo l’affitto. A Bologna si pagano a caro prezzo anche i trasporti e le mense. Per prendere un autobus l’universitario bolognese deve sborsare dieci euro in più di quello milanese. Con gli aumenti scattati dal 1 febbraio, un abbonamento mensile studentesco dell’Atc, l’azienda che gestisce i trasporti pubblici sotto le Due Torri, è passato da 24 euro a 27 euro. Mentre per quello annuale si sale a 220 euro. Moltiplicando la cifra per tre, gli anni di un corso di laurea, il conto è presto fatto: per spostarsi da un posto all’altro della città uno studente di Bologna deve tirar fuori almeno 660 euro. Niente a che vedere con le tariffe adottate nelle altre realtà universitarie del Paese. A Milano per poter usufruire senza limiti di tram, bus e metropolitana uno studente (anche se ha più di 25 anni) paga 17 euro, mentre a Torino e Roma il prezzo è di 18 euro. La cifra sale di poco se ci si sposta in Toscana. A Firenze, con 23 euro un giovane ha diritto a un ticket valido 30 giorni, mentre con 187 a uno valido tutto l’anno. Peggio di Bologna solo Napoli, dove non ci sono agevolazioni sugli abbonamenti mensili e gli studenti sono costretti a pagare la tariffa base di 36,70 euro (ma l’annuale costa meno di quello bolognese).
La situazione non migliora confrontando i prezzi e le condizioni delle mense universitarie. A Bologna a occuparsene è l’Er.go, l’azienda regionale per il diritto allo studio. In tutta la città le mense universitarie sono solo tre, di cui una offre solo pizze e panini e non pasti completi. E se l’inevitabile coda si può ancora digerire, i prezzi no. Soprattutto se si accostano a quelli del resto d’Italia. Per poter mangiare un pasto completo alla mensa Bononia, in piazza Puntoni, si spende più di 5 euro. Alla Sapienza di Roma invece un pranzo costa in media 2,78 euro. Cifre simili anche a Torino dove si va dai 2,50 ai 3,90 ,mentre a Milano si spendono al massimo 4,20 euro. A Firenze gli universitari hanno a disposizione 29 punti di ristoro, e la spesa per un primo e un secondo non supera i tre euro.