Il governo potrebbe cadere oggi, onorevole? “La situazione è molto tesa, potrebbe anche succedere. Il premier è andato a Milano, ma il momento fa molto pensare”. Giancarlo Mazzuca, uno dei deputati del Pdl che nei giorni scorsi aveva espresso dubbi sull’opportunità che l’esperienza di Silvio Berlusconi come premier andasse avanti, a il fattoquotidiano.it esprime i suoi dubbi sulla tenuta del governo e sulla stessa possibilità che superi la giornata di oggi. A una domanda riguardo al voto di domani, martedì, sul Rendiconto dello Stato, l’ex direttore del Quotidiano Nazionale chiarisce: “Io voto a favore, ma vediamo anche che cosa succede oggi perché quella odierna sarà una giornata decisiva. Poi, domani, vedremo un po’. Bisognerà capire come sarà il quadro domattina – spiega Mazzuca, che poi riferendosi alla situazione difficile delle borse di questo lunedì mattina prosegue –, perché mi sembra che di ora in ora la suituazione stia cambiando, anche a livello economico”.

Mazzuca non cambia idea neppure sulle scelte che il premier dovrà prendere nelle prossime giornate, se non, appunto, nelle prossime ore: “Resto dell’idea che il governo debba allontanarsi e che sia necessario fare un ricambio molto in fretta. Questo anche nella persona del premier”.

Così, dopo una domenica in cui sono andate aumentando le tensioni dentro la maggioranza, e anche dentro la cerchia più ristretta del Presidente del Consiglio si consigliano le dimissioni per non arrivare a una sfiducia, le parole di Mazzuca annullano ogni dubbio sulla possibilità che il Cavaliere possa andare avanti.

Mazzuca assicura comunque che resta nel Pdl. Voterà ancora a favore di questo governo, ma, proprio come il suo collega bolognese Giuliano Cazzola (l’altra dissidente emiliana è Isabella Bertolini), una volta caduto il governo non vorrà sentire parlare di elezioni anticipate. Per lui il futuro sono le alleanze ampie per un nuovo esecutivo: “Con un governo di larghe intese si poterebbero prendere delle scelte impopolari che l’emergenza richiede. Quindi sarei aperto a tutti per cercare di portare avanti quelle riforme, prima di eventuali elezioni anticipate”.

Di parere opposto il senatore Filippo Berselli, numero uno del Pdl in Emilia Romagna e presidente della Commissione Giustizia al Senato: “Se Berlusconi cade si va a elezioni. Al Senato infatti se il Pdl e la Lega Nord non voglino appoggiare un governo tecnico i numeri non ci sarebbero . E poi come fanno a governare con un programma che deve accontentare tutti, da Casini a Vendola”. E i provvedimenti disciplinari per i dissidenti della sua regione? “Non è il coordinamento regionale che se ne interessa, e poi aspettiamo il voto di domani e non facciamo un processo alle intenzioni”.

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