L'ex direttore del Resto del Carlino e parlamentare del Pdl non vede altre strade se non quella di una larga intesa, e senza il Cavaliere: "Lui è a Milano, ma la situazione economica cambia di ora in ora. Deve allontanarsi da palazzo Chigi e deve farlo molto in fretta"
Mazzuca non cambia idea neppure sulle scelte che il premier dovrà prendere nelle prossime giornate, se non, appunto, nelle prossime ore: “Resto dell’idea che il governo debba allontanarsi e che sia necessario fare un ricambio molto in fretta. Questo anche nella persona del premier”.
Così, dopo una domenica in cui sono andate aumentando le tensioni dentro la maggioranza, e anche dentro la cerchia più ristretta del Presidente del Consiglio si consigliano le dimissioni per non arrivare a una sfiducia, le parole di Mazzuca annullano ogni dubbio sulla possibilità che il Cavaliere possa andare avanti.
Mazzuca assicura comunque che resta nel Pdl. Voterà ancora a favore di questo governo, ma, proprio come il suo collega bolognese Giuliano Cazzola (l’altra dissidente emiliana è Isabella Bertolini), una volta caduto il governo non vorrà sentire parlare di elezioni anticipate. Per lui il futuro sono le alleanze ampie per un nuovo esecutivo: “Con un governo di larghe intese si poterebbero prendere delle scelte impopolari che l’emergenza richiede. Quindi sarei aperto a tutti per cercare di portare avanti quelle riforme, prima di eventuali elezioni anticipate”.
Di parere opposto il senatore Filippo Berselli, numero uno del Pdl in Emilia Romagna e presidente della Commissione Giustizia al Senato: “Se Berlusconi cade si va a elezioni. Al Senato infatti se il Pdl e la Lega Nord non voglino appoggiare un governo tecnico i numeri non ci sarebbero . E poi come fanno a governare con un programma che deve accontentare tutti, da Casini a Vendola”. E i provvedimenti disciplinari per i dissidenti della sua regione? “Non è il coordinamento regionale che se ne interessa, e poi aspettiamo il voto di domani e non facciamo un processo alle intenzioni”.