Emilia Romagna

Berselli, ancora guerra contro il procuratore di Parma: “Sulla figlia ha detto il falso al Csm”

Laguardia ha sostenuto che la figlia Maria Anna esercita la professione di avvocato soltanto in sede civile. Ma il senatore Pdl avrebbe scoperto la donna difendere addirittura il padre in un processo penale svoltosi ad Ancona nel 2007

La figlia del procuratore di Parma Gerardo Laguardia esercita anche in ambito penale, contrariamente a quello che il padre aveva dichiarato. Lo sostiene il presidente della Commissione giustizia al Senato Filippo Berselli, che con il vertice della procura parmigiana ha ingaggiato da una ventina di giorni una polemica sfociata con un’interrogazione parlamentare.

Berselli aveva sollevato una questione di incompatibilità istituzionale per Laguardia perché la figlia, Maria Anna, lavorava e lavorerebbe tutt’ora come avvocato a Piacenza e a Parma. Il Csm, su richiesta dello stesso procuratore di Parma chiesta per fugare ogni dubbio, ha archiviato la pratica, ma con un comunicato stampa il senatore del Pdl è tornato prepotentemente sull’argomento.

Il politico del Pdl ricorda che Laguardia si era difeso dicendo che la figlia operava solo in campo civile ma in un processo per calunnia ad Ancona, in cui compariva come parte lesa proprio l’attuale procuratore di Parma, la figlia Anna Maria lo ha assistito in sede penale.

“Dopo che l’agenzia Dire aveva resa nota tale interrogazione con cui si sosteneva l’incompatibilità di sede per il dott. Laguardia, quest’ultimo, così come riportato dalla stampa locale, testualmente replicava: ‘Mia figlia esercita la professione di avvocato esclusivamente nel ramo civile dal 2006’ ”, ha spiegato oggi Berselli, “anche se mi viene al riguardo segnalato e documentato che in un procedimento giudiziario al tribunale di Ancona che vedeva una persona imputata del reato di calunnia continuata in danno appunto del dottor Gerardo Laguardia, risulta inequivocabilmente che quest’ultimo, come parte offesa, all’udienza preliminare era assistito dalla figlia Maria Anna Laguardia in sede penale e non civile, come emerge inequivocabilmente dal verbale”.

“Qui non interessa – ha chiosato Berselli – il motivo per cui l’imputato fu assolto su concorde richiesta di difensore e Pm dalla gravissima imputazione di calunnia continuata in danno del Procuratore Laguardia, mentre interessa eccome che proprio sua figlia, che secondo il padre esercitava esclusivamente in campo civile, ebbe invece ad assisterlo proprio in campo penale. Il Procuratore Laguardia si sarà dimenticato che, almeno fuori da Parma, la propria figlia esercitava, se non esercita, anche in campo penale”.

(d.t.)