Se il faccia faccia televisivo con l’avversario Rajoy era l’ultima pallottola in carica ad Alfredo Pérez Rubalcaba, al candidato socialista non restano ormai molte chance per risalire la china in vista delle elezioni del prossimo 20 novembre.
Nell’unico dibattito previsto nella campagna elettorale tra i due candidati alla poltrona per la presidenza, i giochi si sono svolti senza colpi di scena. Come da copione da una parte il candidato del Partio popolare Mariano Rajoy ha miscelato con tono moderato ma senza arguzia gli attacchi contro il rivale. Dall’altra il socialista Rubalcaba ha cercato di evidenziare i punti lasciati volutamente ambigui nel programma del Pp.
In un sondaggio lampo realizzato da El Pais al termine del duello il candidato del Pp avrebbe vinto nel faccia a faccia con 5 punti su Rubalcaba, attestandosi sul 46%. Ma se vincitore c’è stato, il bottino che ha conquistato è tutt’altro che allettante. Nel corso delle quasi due ore di dibattito si è infatti imposto il vero protagonista che si aggira in Spagna, cioè la crisi con lo spaventoso tasso di disoccupazione. “Siete stati costretti ad anticipare le elezioni – ha attaccato Rajoy – perché la realtà dei 5 milioni di discoccupati è diventata insostenibile”.
Il candidato socialista ha a più riprese ammesso che il paese sta vivendo tempi duri, ma ha al tempo stesso ribadito che i modelli proposti da Psoe e Pp non possono essere messi sullo stesso piano. Rubalcaba ha in particolare sottolineato l’intenzione del Pp di “sottrarre finanziamenti al settore pubblico per creare nuovi posti di lavoro”. Ha accusato il rivale di nascondere agli elettori il progetto di modifica del sistema per l’indennità di disoccupazione, con l’obiettivo di tagliare il più possibile i sussidi. Il candidato socialista ha inoltre insistito nel chiedere a Rajoy spiegazioni su un altro passaggio rimasto vago nel programma, come i tagli e le privatizzazioni a sanità pubblica e all’istruzione. Una politica che viene già esercitata, ha detto Rubalcaba dalle comunità autonome sotto il controllo del Pp, come a Madrid da Esperanza Aguirre.
Rajoy con un tono sempre sulla difensiva ha negato ed ha ribadito che solo la creazione di nuovi posti di lavoro potranno garantire la tutela delle prestazioni pubbliche. “La politica economica – ha detto il candidato del Pp – esige ordine”.
Ma conoscere la strategia nelle mani del Pp non è dato da sapere considerato che Rajoy ha accennato solo il primo punto: “tenere sotto controllo le spese pubbliche” attraverso una legge, da realizzare con una nuova modifica della carta costituzionale, che determini un tetto delle spese di tutte le amministrazioni.
Sempre con l’intento di svelare il vero programma del Pp, Alfredo Pérez Rubalcaba ha attaccato il rivale sui temi dei diritti civili: “Mi sorprende che persone tanto liberali in economia si oppongano addirittura alla pillola del giorno dopo. Avete fatto un ricorso contro il matrimonio omosessuale. Garantisca a coloro che si sono sposati che potranno continuare ad esserlo!”. Un colpo che Rajoy ha schivato con una certa goffaggine, cercando in seguito di assicurare che sarà garantito il diritto all’unione delle coppie di fatto gay, ma che Il Pp si oppone unicamente al termine “matrimonio”.
Ma nel duello televisivo se il vero protagonista è stata la crisi, c’è stato al tempo stesso un grande assente: tutti i temi sollevati dal movimento 15M, tra cui la critica all’attuale modello democratico e soprattutto la corruzione. Argomenti scomodi per entrambi i partiti, anche se con un ben diverso grado di intensità. Il Psoe è invischiato con il suo ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, José Blanco nello scandalo sulla rete clientelare in Galizia. Il PP ha in attivo decine di dirigenti del partito implicati nel caso Gürtel, il più grande scandalo di corruzione dalla democrazia. La maggior parte dei politici coinvolti è rimasto ad occupare la propria poltrona.