Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca

Scelta processuale singolare e comunque rara, quella di Vincenzo De Luca. Imputato di peculato per i 15.000 euro liquidati al suo fedelissimo capo staff Alberto Di Lorenzo, che da commissario straordinario per la realizzazione del termovalorizzatore di Cupa Siglia nominò ‘project manager’ dell’opera, il sindaco Pd di Salerno ha chiesto di essere giudicato con il rito immediato. In soldoni, De Luca e i due coimputati, Di Lorenzo e l’ingegnere Domenico Barletta, responsabile del procedimento amministrativo, hanno deciso di andare direttamente a processo saltando il vaglio dell’udienza preliminare in calendario nella mattinata dell’8 novembre.

Una scelta unanime del collegio difensivo composto dagli avvocati Paolo Carbone (per De Luca), Arnaldo Franco (per Di Lorenzo) e Francesco D’Ambrosi (per Barletta). Il rito immediato di solito lo chiede il pm quando ritiene la prova ‘evidente’. E quasi mai l’imputato, che in questo modo perderebbe la possibilità di un proscioglimento ultraveloce. Inoltre, quando è il pm ad avanzare l’istanza, spetta al gup decidere se accoglierla o meno. Ma quando è l’imputato a fare questa mossa, il giudice deve solo dare il via libera e fissare la data della prima udienza del processo. Così ha fatto il gup di Salerno Franco Attilio Orio, che ha emesso il decreto di rinvio a giudizio immediato al primo marzo 2012 di fronte alla Seconda Sezione Penale del Tribunale.

Perché rinunciare all’udienza preliminare? L’avvocato Arnaldo Franco spiega: “Intendiamo affrontare subito il dibattimento su una questione che riguarda un’opera pubblica molto importante nella convinzione di poter dimostrare rapidamente l’insussistenza del fatto, cosa non possibile in questa fase, a causa dei limiti procedurali dell’udienza preliminare. Nel corso del processo potremo invece svelare le nostre carte, i documenti e le consulenze che accerteranno l’innocenza degli imputati, pubblicamente e in tempi celeri”. Sia De Luca che gli altri accusati si sono sottoposti a interrogatorio durante le indagini. “Eravamo convinti – aggiunge l’avvocato Franco – di aver già chiarito in quella sede le nostre ragioni. Non è andata così, ed anche per questo noi legali abbiamo preferito optare per il rito immediato”.

L’inchiesta nacque in seguito a una denuncia anonima sulla gestione del commissariato governativo per la realizzazione del termovalorizzatore salernitano, ruolo che De Luca ha ricoperto per un breve periodo dal 2008 in poi, su incarico del governo Prodi. In questa veste, il sindaco ha stanziato 180.000 euro per retribuire il gruppo di lavoro costituito per avviare l’iter. Una fetta di quei soldi, 15.000 euro, finirono al ‘project manager’ Di Lorenzo. Per il pm Roberto Penna, le norme vigenti non prevedono la figura del project manager per quel tipo di procedura. La conclusione trascritta in otto pagine di richiesta di rinvio a giudizio firmate il 21 aprile era che De Luca non poteva nominare nessuno per quell’incarico, e neppure liquidargli dei compensi. Di qui l’accusa di peculato, dalla quale sindaco, capo staff e ingegnere si difenderanno direttamente a processo.

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