“Abusivi sì, ma per necessità”. E’ questa la posizione di centinaia di famiglie che vivono nelle case occupate dell’Aler, l’istituto che gestisce le abitazioni popolari id Milano. Famiglie indigenti, spesso con più di un minore a carico o portatori di handicap, senza lavoro, tra cui a volte si nascondono casi di vera e propria criminalità. “La difficoltà è riuscire a distinguere tra le diverse situazioni” – sostiene Bruno Cattoli, della Unione degli Inquilini. All’alba di martedì, nel quartiere popolare di Quarto Oggiaro, cinque famiglie sono state sgomberate da via Pascarella. Qualche momento di tensione tra inquilini e forze dell’ordine e poi l’intervento dei rappresentanti dei comitati di quartiere e dei sindacati degli inquilini: Sunia, Sicet e Unione Inquilini. “La nostra sorpresa – dice Cattoli – è continuare a vedere sgomberi nonostante l’assessore alla Casa Lucia Castellano abbia sottoscritto un accordo di sospensione, se non per i casi di conclamata illegalità o pericolo per la convivenza sociale. E non sembra questo il caso di oggi”. I sindacati avanzano una richiesta unitaria: stop agli sgomberi in attesa dei lavori della commissione incaricata di valutare i singoli casi, “unico strumento capace di distinguere il bisogno dal malaffare”, conclude Cattoli. di Giovannij Lucci