I lavori del tunnel della variante di Valico che si sta scavando ai piedi di una frana a Ripoli, tra Bologna e Firenze, vanno avanti. A dirlo è il Prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, affiancato da tutti gli enti locali e naturalmente da Autostrade, committente della grande arteria che collegherà il nord col sud Italia.

I lavori, che hanno già provocato l’evacuazione di sette famiglie e che da alcuni mesi stanno mettendo in allarme tutta la piccola frazione di Ripoli-Santa Maria Maddalena, in comune di San Benedetto in Val di Sambro, dopo il vertice di oggi avranno solo, secondo quanto emerso dall’incontro, un monitoraggio più ampio in cui saranno coinvolti tutti gli enti locali e le istituzioni che si occupano di infrastrutture o di territorio: Comune, Regione, Vigili del fuoco, Anas, provveditorato per le opere pubbliche e via discorrendo.

Rimarrà a guida delmonitoraggio anche l’Osservatorio ambientale che da anni segue i lavori della Variante. Un osservatorio non proprio affidabilissimo, smentito nelle sue valutazioni dalla stessa Regione Emilia Romagna. In una lettera al sindaco di San Benedetto Val di Sambro di qualche settimana fa i tecnici della protezione civile regionale dichiaravano: “Si sottolinea che la nota dell’Ing. Ricceri, presidente dell’Osservatorio Ambientale, inviata al comando dei Carabinieri di Vergato e a noi resa nota, non può essere dagli scriventi condivisa nella affermazione: ‘Le conclusioni di merito scaturite nell’incontro portano ragionevolmente ad escludere pericoli per l’incolumità dei cittadini‘ per il fatto che la vulnerabilità degli edifici dipende dai fattori sopra esposti non interamente noti in mancanza di valutazioni tecniche puntuali e qualificate”.

Ma come dicono gli inglesi The show must go on. Gennarino Tozzi di Autostrade, in prima linea nella difesa della grande opera non ha dubbi: “E’ un’opera che va conclusa subito. Nella vecchia autostrada del sole l’incidentalità è in fase crescente e la sua capacità di traffico è ai limiti”. E se il monitoraggio darà esiti negativi, preoccupanti, l’opera si fermeranno i lavori? “Sono sicuro che non darà esito negativo”, ha risposto oggi ai giornalisti. Autostrade, per bocca dello stesso Tozzi, si è detta oggi disponibile e già attiva per dare tutti i rimborsi necessari o per ristrutturare le case che dovessero venire danneggiate “Abbiamo già messo in campo circa 900 mila euro”.

Secondo l’intesa trovata oggi, ogni metro di scavo sarà preceduto da un controllo degli edifici. “Verranno monitorate tutte le case con la loro capacità di resistere ai movimenti prevedibili. Quelle che non ce la dovessero fare verranno rinforzate. A garanzia di tutto poi ci sarebbero le delocalizzazioni”. Cioè nuovi sgomberi, ma solo provvisori secondo Ricceri. Per il già citato ingegnere capo dell’osservatorio ambientale infatti, “finite quelle opere questi movimenti andranno attenuandosi fino a scomparire e il paese resterà dov’è”. Diverso il parere del comitato dei cittadini secondo cui, come ha spiegato in un nostro precedente servizio l’ingegnere di Ripoli, Marco Ricci, “ci sono dei movimenti franosi ancora in atto iniziati con la costruzione dell’attuale Autosole diversi decenni fa”.

A proposito del comitato: loro, oggi, al vertice non sono stati invitati. I cittadini della piccola frazione di San Benedetto Val di Sambro, 400 abitanti abbarbicati nell’appennino bolognese, ieri avevano hanno inviato una lettera al prefetto di Bologna per dire: “Quelli che incontrerà domani, compresi gli enti locali, non ci rappresentano”, anzi, sono conniventi con Autostrade e “del tutto allineati alle posizioni e alle richieste della Società Autostrade per l’Italia”.

La lettera al prefetto, Angelo Tranfaglia, racconta della leggerezza nell’affrontare un’opera così complessa e di forte impatto ambientale: “In corrispondenza dell’abitato di Santa Maria Maddalena per circa 500 metri non era stato eseguito ante operam alcun sondaggio, e solo a seguito della campagna di indagini integrative eseguite a partire dalla scorsa primavera (…) i progettisti hanno finalmente riconosciuto l’esistenza dell’enorme frana quiescente su cui da sempre sorge il paese e che pure era (…) segnalata sulla cartografia tematica”.

Fino a pochi mesi fa infatti la frana e i pericoli per Ripoli non erano stati presi in considerazione e solo a gennaio scorso il sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Gianluca Stefanini, aveva chiesto che Autostrade monitorasse quello che stava avvenendo a Ripoli. Ciononostante i lavori di scavo dell’imbocco nord della galleria erano andati avanti fino a poche settimane fa, quando sono stati sospesi dalla Cmb, l’azienda che sta lavorando all’imbocco nord. Una sospensione che era stata attuata anche sull’onda del clamore che le case evacuate e le crepe decimetriche che attraversano il paese stanno creando.

I movimenti di questo mostro franoso da due milioni di metri cubi di terra starebbero poi intaccando lo stesso lavoro della galleria (cosa che oggi Tozzi ha decisamente smentito). Secondo quanto scritto dal comitato nella lettera di ieri a Tranfaglia infatti, “gli spostamenti franosi attivatisi stanno coinvolgendo la stessa galleria in costruzione con valori di deformazione dei rivestimenti definitivi di ordine centimetrico per gli avanzamenti da nord (impresa CMB) e decimetrico per gli avanzamenti da sud (impresa Toto) e con diffuse fessurazioni nelle murature”.

Nella lettera del comitato, l’accusa ad Autostrade è di essere passata sopra la vita dei cittadini pur di finire al più presto: “L’ unico scopo della Società Autostrade per l’Italia è palesemente quello di pervenire nel più breve tempo possibile al completamento dei lavori (…) indipendentemente dalle pesantissime ripercussioni che si sono prodotte a partire già dall’avvio dei lavori, nel 2007, in tutta le porzioni di versante sino ad ora interessate dagli scavi per la galleria Val di Sambro, con il progressivo danneggiamento anche totale di tutte le abitazioni sino ad oggi incontrate, delle strade, delle reti di distribuzione (elettricità e gas)”.

Il comitato Autosole-Ripoli, guidato dalla combattiva famiglia Ricci ci tiene a non passare per un comitato che non vuole la Variante di Valico. Il problema per Dino Ricci, un geometra in pensione che in passato costruiva autostrade, è quello di questa galleria, che potrebbe avere, se Autostrade volesse, un tracciato alternativo. Ma Tozzi non ne vuole sentire parlare: “L’idea di pensare a una variazione del tracciato comporterebbe difficoltà tecniche, economiche e di tempistica assolutamente onerose per l’intera economia del Paese che rischierebbe di non risolvere l’attuale problema dell’attraversamento appenninico non prima di ulteriori 5-10 anni.

Oggi il prefetto ha anche detto che incontrerà il comitato. “Società Autostrade ci ha fatto un resoconto. Dagli elementi che ci ha portato emerge che allo stato pericoli per la pubblica e privata incolumità non ne esistono, sicuramente non ne esistono con urgenza, ma nemmeno allo stato dell’avanzamento dei lavori in maniera prevedibile. I cittadini si fidino delle istituzioni”. Intanto l’inchiesta della magistratura per disastro colposo, prosegue.

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