Nel Pdl dell’Emilia Romagna la notte dei lunghi coltelli è vicina. Protagonista, ancora una volta, quell’Isabella Bertolini, vicecapogruppo Pdl alla Camera e coordinatrice provinciale modenese del partito, che una settimana fa aveva sottoscritto la famosa “lettera degli scontenti”, severo e critico monito all’ex premier per un allargamento della maggioranza di governo all’Udc pena la caduta dell’esecutivo.
Missiva che aveva consentito alla Bertolini una corsia preferenziale per palazzo Grazioli durante la critica mattinata di martedì 8 novembre, e che le ha anche permesso, appena concluso il voto alla Camera che ha costretto Berlusconi a dimettersi, di correre a Modena per sparare ad alzo zero sui colleghi di partito.
“Il mio ruolo è durato più tempo del previsto – ha affermato Bertolini durante la presentazione del Congresso del Pdl modenese che si terrà però a inizio dicembre – ora lancio l’appello ai vertici del partito: fate come me un passo indietro”. Una cartolina affrancata al curaro e diretta a due figure specifiche del Pdl in Emilia Romagna: Enrico Aimi, consigliere regionale e Carlo Giovanardi, sottosegretario del morente governo Berlusconi, che “sia anagraficamente che politicamente sono più vecchi di me”.
“Un passo indietro dei vertici modenesi per compiere un passo avanti nella pacificazione e per far largo a volti nuovi”. L’appello, in vista del congresso del partito che si terrà tra una ventina di giorni, è chiaro: va seguita la linea Alfano, quella della svolta generazionale già attuata in segreteria nazionale, che è poi la proposta sbandierata a quattro venti dallo stesso Berlusconi. Un maquillage che per molti è eminentemente estetico-anagrafico più che di sostanza politica.
Anche se il “farsi da parte” chiesto dalla Bertolini agli attuali vertici del Pdl modenese segna un altro passo decisivo verso una nuova e virginale veste del Pdl da definitiva seconda repubblica. Infatti, sia Giovanardi che Aimi rappresentano quelle componenti da prima repubblica, il primo proveniente dalla Dc, il secondo da An, che hanno fondato il Popolo delle libertà quando era soltanto la somma di vecchie sigle partitiche novecentesche.
Ad ascoltare l’appello dell’onorevole, le nuove leve locali del Pdl: il consigliere regionale Andrea Leoni, il capogruppo in consiglio provinciale Dante Mazzi, fino ai giovani Roberto Ricco e Michele Barcaiuolo. Di quest’ultimo, le cui quotazioni sono in ascesa, Bertolini ha condiviso la proposta targata Giovane Italia, l’associazione di stampo liberale da cui l’onorevole modenese proviene, di un codice etico interno: “Chi si candida deve essere una persona trasparente, senza problemi con la giustizia”.
Previo attenta verifica sulla regolarità dei tesseramenti. Un pericolo che potrebbe ritardare l’inizio del congresso modenese a data da destinarsi: “A Castelfranco e a San Cesario, da voci informali, abbiamo stimato 800 tessere, troppe rispetto ai dati elettorali”, ha chiosato la Bertolini, “se ci saranno anomalie, le denuncerò al comitato nazionale che potrebbe decidere per la sospensione dei lavori”.