Michele Santoro nello studio di Servizio Pubblico

Servizio pubblico di Michele Santoro ha raggiunto settimana scorsa il 12% di share televisivo e 5,3 milioni di spettatori complessivi grazie alla piattaforma ibrida tra reti locali e web e alla convergenza di pubblici diversi sugli stessi contenuti. Secondo una ricerca sull’evoluzione del consumo di video sviluppata da Groupm e Human Highway, il programma ha dettato la nuova legge degli eventi mediatici, composta da un mix di tv più internet, fruizione in modalità ‘catch up’ (ovvero non live) e modello social tv, in cui la Rete commenta l’evento attraverso i post e i commenti degli utenti. Stasera seconda puntata: “Un altro governo”, in diretta alle 21 su ilfattoquotidiano.it

L’indagine è stata condotta su un campione di 1000 casi rappresentativi dei 26 milioni di individui sopra i 15 anni di popolazione che naviga in rete. Ed è la prima volta nella storia della tv italiana che Internet gioca un ruolo così cruciale. Infatti la trasmissione è stata seguita online da un milione e 860 mila navigatori e in tv da un milione e 935 mila spettatori, mentre la radio ha ricoperto un ruolo secondario con 300 mila ascoltatori. La duplicazione tra web e tv, ovvero la sovrapposizione tra i due pubblici sui diversi mezzi, è stata solo del 2% e ha confermato la maturità di Internet come alternativa al piccolo schermo. Il ruolo del web è stato ancor più centrale nel caso della visione ‘catch up’, che ha aggiunto 2,9 milioni di utenti ai 3,9 della diretta. Di questi, il 43% erano spettatori che non avevano visto il programma sui canali televisivi della multipiattaforma e il restante 57% ha invece rivisto alcuni spezzoni o l’intera puntata. Il 26% del pubblico online ha inoltre seguito l’evento su Twitter e facebook. Uno spettatore web su 5 ha postato online, mentre uno su tre ha commentato i contenuti di altri. L’onda lunga della trasmissione è proseguita anche oltre la diretta e la differita di Servizio pubblico, visto che oltre 6 milioni di utenti ha approfondito i contenuti proposti di persona, sul web e attraverso i blog e i social media.

L’esperimento di Servizio pubblico rappresenta un laboratorio di innovazione per il talk show e anche per il suo superamento, oltre a fornire una nuova modalità di conversazione al pubblico e a legittimare Internet come live medium. “Se fino a poco tempo fa il catch up era una possibilità limitata a una nicchia, con Santoro sta assumendo un ruolo importante”, spiega Federica Setti, direttore ricerche di Groupm. “Servizio pubblico ha rotto le regole della fruizione televisiva e ha creato un evento che genera interesse anche ‘postumo’, ovvero quando la diretta è finita. Santoro ha dimostrato di saper parlare al popolo della Rete”. Entrare in relazione con chi è online comporta un dialogo bidirezionale e la fine del monologo tipico della tv tradizionale. “Chi sta in Rete – conclude Setti – è un pubblico attento che, di fatto, ha criticato alcuni aspetti della trasmissione. Ha ricordato alla redazione di avere ‘sforato’ e ha lamentato l’assenza del contraddittorio che c’era ad Annozero”. Lo staff del programma, però, non si è sottratto alle obiezioni del pubblico: ha risposto che intende chiudere a mezzanotte per la seconda puntata e che la mancanza di contraddittorio fa parte di un nuovo modo di fare tv. “La collaborazione tra spettatori e redazione è uno degli elementi di maggiore novità del programma- conclude Setti – e soltanto mettendoli in contatto si genera davvero servizio pubblico”.

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“Ora sarà difficile ridurci al silenzio”

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