Politica

Dell’Utri: “Berlusconi ascolta troppi cretini”

Il co-fondatore di Forza Italia non ha dubbi sull'entourage del premier: "Frequenta persone che io non considero degne di essere ricevute". Secondo il senatore, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, c'è un "problema di classe politica"

Il senatore Marcello Dell'Utri

“Sono cose della vita”. Il senatore Marcello Dell’Utri, 70 anni, ha appena mangiato una banana alla buvette del Senato e, dall’alto della sua condanna a sette anni e mezzo per concorso esterno in associazione mafiosa, rivela il suo atteggiamento zen verso la caduta del sodale di una vita, Silvio Berlusconi.
Lei ci parla ancora con Berlusconi, in queste ore? Certo che ci parliamo. Ed è amareggiato come dicono? Preoccupato che l’impero economico venga travolto dal crollo politico? I giornalisti possono scrivere quello che vogliono. Sono settimane queste in cui si può dire tutto e il suo contrario. Ma è vero o no che Berlusconi è disperato? Sono le cose della vita, è comprensibile, no? Con chi si consiglia Berlusconi in queste ore difficili? È uno che parla con tutti. Ci sono persone che io non considero degne di essere ricevute, poi capita che vado a trovare Berlusconi e lo trovo che parla con quelle stesse persone, a lungo. Sostiene che anche un cretino ha sempre qualcosa di intelligente da dire.

Non starà mica criticando il Cavaliere? Per me lui è come Garibaldi. Se ne può parlare solo bene. Anche Mario Monti sembra un po’ Garibaldi. Nessuno riesce a trovargli un difetto. Vedremo. Ma c’è ancora l’ultima partita da giocare: il ministero della Giustizia del nuovo governo. È vero che il Cavaliere punta ad avere un ministro amico, che lo protegga? È tutto inutile, non ti lasciano fare niente. Lo abbiamo visto. E se il ministro è amico è pure peggio. Si dice che a Berlusconi non dispiacerebbe vedere Giuliano Amato come Guardasigilli, per stare tranquillo. Amato lo puoi mettere dove vuoi. Alla Giustizia, alla Difesa, agli Interni, va bene dappertutto. Però sarebbe ora di lasciare largo ai giovani.

Avete avuto Alfano, alla Giustizia. Che è giovane. Sì. Ma c’è un problema di classe politica: ormai quando accendo la tv e li vedo lì, che parlano, e si capisce che non hanno mai letto un libro e quindi non sanno mai cosa dire, ecco, mi scatta un riflesso e cambio subito canale. Proprio non ci riesco a guardarli. La televisione bisogna spegnerla. Io ormai guardo solo le partite.