Berlusconi ora gioca la carta dell'orgoglio e rilancia sull'opzione Alfano al quale dare un mandato esplorativo. Oggi, intanto, la legge della Stabilità arriva alla Camera. Dopo l'approvazione il Cavaliere salirà al Colle per rassegnare la dimissioni
Licenziato dal Senato il maxiemendamento, Silvio Berlusconi, dopo l’approvazione della legge di stabilità a Montecitorio, si recherà oggi al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Domani il capo dello Stato procederà con le consultazioni per arrivare, probabilmente entro domenica, ad assegnare il nuovo incarico. Per il Colle il nome è uno solo, quello di Mario Monti, ieri al debutto al palazzo Madama come senatore a vita. L’ex commissario europeo resta anche il candidato di tutte le opposizioni, a sorpresa anche dell’Idv disponibile a dare il suo appoggio a determinate condizioni. Ma, almeno al momento, non più del Cavaliere, alle prese con una vera e propria rivolta nel suo partito contro un esecutivo tutto tecnico. tant’è che rilancia con Angelino Alfano e Lamberto Dini. Per quanto riguarda, invece, la road map di Monti l’obiettivo è stilare una lista di tecnici da portare a palazzo Chigi. In sostanza un governo non più di larghe intese, ma una sorta di governo della protezione civile per traghettare, nel più breve tempo possibile, l’Italia fuori dalla crisi. L’idea, ormai chiara a tutti, è che fallire l’idea Monti e andare subito a elezioni significherebbe default per l’Italia.
Intanto, dopo la nomina di Monti a senatore a vita e la presa posizione di Napolitano su un governo tecnico, il Fondo monetario internazionale riconosce i “progressi significativi” delle ultime ore in Italia. Dopodiché, però, si attende “entro pochi giorni” la nomina di un nuovo presidente del Consiglio. Questa la posizione nettissima di Christine Lagarde, direttore del Fondo, arrivata in Giappone accompagnata dalle preoccupazioni per l’evolversi del quadro europeo, segnato in questi giorni dalla designazione di Lucas Papademos alla guida di un nuovo governo ad Atene, dalle dimissioni di Silvio Berlusconi e dal passaggio della legge di stabilita’ nel Parlamento italiano. “Ciò che vogliamo al Fondo monetario e’ chiarezza e stabilita’ politica. Credo che siano stati fatti progressi significativi”, ha detto Lagarde, che ha lodato sia il banchiere greco appena sbarcato in politica sia Mario Monti, nominato senatore a vita e da molti analisti indicato come il prossimo presidente del Consiglio incaricato. “Stimo Mario Monti, lo conosco bene ed è estremamente competente”, ha detto a Sky Tg 24 il direttore del Fondo. “Conosco bene Lucas Papademos, con lui saremo in gradi di far ripartire il lavoro”. “Quanto all’Italia, mi compiaccio che il Senato abbia approvato il piano di riforme” e “suppongo che, dopo le dimissioni di Berlusconi, un incarico sara’ dato entro pochi giorni, e sara’ un nuovo segnale di chiarezza e credibilita’ politica, cruciale per stabilizzare la situazione”.
Alla luce della giornata di ieri (leggi la cronaca ora per ora), nella maggioranza regna però il caos più completo. La Lega Nord ribadisce la sua contrarietà a Monti, così come una parte del Pdl. L’ennesimo giro di consultazioni che il premier ha tenuto a palazzo Grazioli ha registrato l’ennesima fumata nera. Lo stallo è totale. La situazione viene tenuta sotto stretta osservazione dal Quirinale. Giorgio Napolitano aspetterà di concludere il giro di consultazioni prima di prendere una decisione sull’incarico anche se, sottolineano fonti parlamentari, la vicenda appare già decisa. Anche di fronte alla contrarietà del Pdl il Colle potrebbe decidere di conferire lo stesso l’incarico all’ex commissario europeo. A quel punto la partita si sposterebbe in Parlamento. Nel caso il governo non ottenesse la fiducia si aprirebbe la strada delle elezioni anticipate ma potrebbe essere il neo senatore a vita a gestire l’esecutivo fino al voto. L’attesa è ora per la decisione ufficiale che il Cavaliere ed il Pdl prenderanno entro oggi nel corso dell’ufficio di presidenza. La linea che emergerà da questa riunione sarà poi illustrata al Capo dello Stato. Nonostante nessuno nel partito si senta pronto a scommettere su uno scenario diverso rispetto a quello di un governo Monti, la tensione è alle stelle.
Quello che emerge sopra a tutto è un Berlusconi rabbioso e pronto a far valere fino in fondo il proprio con orgoglio. Quasi certa l’opzione Alfano al quale, il prmier, vorrebbe affidare un mandato esplorativo. Il punto per Berlusconi è chiaro. “Tutto posso accettare ma non di essere umiliato”. Tradotto: il Cavaliere è convinto che le consultazioni Napolitano le stia già facendo con Monti e facendo sponda con i leader europei.
Una confusione che investe il capo del governo, costretto a dover mediare per evitare rotture, ma al contempo, fortemente irritato per la gestione ‘dell’affairè . Il premier, raccontano i fedelissimi, si sente tagliato fuori dalle trattative per la formazione del nuovo esecutivo e, soprattutto, non accetta di essere tenuto all’oscuro sul programma che il Pdl dovrebbe votare. Un ragionamento condiviso dallo stato maggiore del partito e che mette d’accordo sia i fan del governo tecnico che il fronte pro elezioni. Questo, a detta di molti nel partito, giustificherebbe l’ipotesi di lanciare come candidatura alternativa quella del segretario del Pdl Angelino Alfano sponsorizzato anche dai lumbard (l’altra ipotesi circolata è quella di Lamberto Dini, nome che incontrerebbe il gradimento della Lega, sondata dagli ambasciatori pidiellini). In realtà, la controproposta che il Cavaliere starebbe valutando rappresenta l’arma con cui minacciare di far saltare il banco in caso di esclusione dalle decisioni su programma e squadra del nuovo esecutivo.
L’opposizione resta in attesa. Nelle ultime ore, dopo l’apertura di Antonio di Pietro, ha ritrovato la compattezza nell’appoggiare un esecutivo guidato dal presidente della Bocconi: “Siamo pronti a sostenere un governo guidato da Monti”, dice il leader del Pd Pier Luigi Bersani che definisce anche le caratteristiche del nuovo esecutivo: “Non stiamo parlando di grandi coalizioni, nè di unità nazionale ma di un governo di emergenza e di transizione, su indicazione del Capo dello Stato”.
L’Italia dei Valori, dopo le resistenze iniziali, si mostra dunque disponibile a dare il suo appoggio: “a Monti come persona ed economista do e darò tutto l’appoggio possibile”, spiega Di Pietro che però si riserva l’ok definitivo solo dopo aver chiari il programma, la squadra di governo e la durata temporale.