Che cosa farà Berlusconi dopo Berlusconi? Prossimo a diventare deputato semplice se Mario Monti otterrà la fiducia, starebbe preparando un “discorso alla nazione” per spiegare le ragioni delle dimissioni. Intanto i suoi fedelissimi fanno sapere che il “lottatore” non è domo. Il Cavaliere “farà il leader del Pdl” assicura il segretario Angelino Alfano, e si candida “a organizzare la più grande area moderata del paese”. Pronta a scendere in piazza con “oltre un milione di iscritti” che saranno chiamati a raccolta “in una grande manifestazione per ribadire la nostra forza e il nostro orgoglio”. Il diretto interessato avrebbe confermato l’intenzione di non mollare alla deputata Micaela Biancofiore, andata fargli visita a Palazzo Grazioli: “Ma che riposarmi, devo impegnarmi per il partito, nei gruppi parlamentari”.
In attesa del discorso, oggi Berlusconi si manifestato con un messaggio al congresso nazionale della Destra, in corso a Torino. “Condivido il vostro spirito e mi auguro di riprendere insieme a voi il cammino di governo”, dice ai militanti della formazione di Francesco Storace, definita “alleato prezioso e indispensabile”. Nel messaggio, il premier uscente rivendica “con orgoglio quanto siamo riusciti a fare in questi tre anni e mezzo segnati da una crisi internazionale senza precedenti nella storia” e attribuisce la fine del suo governo alla “fronda” di Gianfranco Fini (di cui Storace è acerrimo nemico). ”Lo abbiamo fatto – ha aggiunto – nonostante la fronda della componente finiana che si è manifestata praticamente subito dopo la vittoria elettorale del 2008 e che è poi sfociata in una vera propria diaspora. E’ stato quel peccato originale a minare il percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente e che si è invece incagliata nelle secche di una politica che non ci appartiene”. Così alla fine “in Parlamento ha prevalso la logica dei piccoli ricatti e del trasformismo che è il vizio più antico della politica italiana”.
Non manca l’affondo su questa fase politica, quando Berlusconi denuncia “chi lavora da tempo perché il pendolo della politica italiana torni indietro, ai tempi in cui la volontà degli elettori era commissariata dalle oligarchie di partito abituate a gestire in proprio, al riparo da ogni responsabilità, la forza che i cittadini consegnavano loro al momento del voto”. Ed ecco la promessa di non farsi da parte: “Il mio impegno è che quanto è stato conquistato in questi anni nel segno della modernità non vada disperso”.
Segnali battaglieri arrivano anche dallo stato maggiore rimasto con il Cavaliere. Il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto evoca lo spettro di “piazzale Loreto” e avverte che “senza il rispetto reciproco delle forze in campo il decollo del governo Monti diventa molto problematico”. E il ministro della Diesa Ignazio La Russa ricorda: “Abbiamo ancora la maggioranza assoluta al Senato e relativa anche alla Camera”: