“Basta con i compro oro”. Parte da Tradate, in provincia di Varese, l’affondo alla dilagante presenza dei negozi di compravendita di oro e preziosi. Ieri mattina l’amministrazione comunale della cittadina (a guida Lega-Pdl) ha varato un’ordinanza “contingibile ed urgente” per vietare l’apertura di nuovi negozi di questo tipo. Il provvedimento firmato dal sindaco Stefano Candiani (leghista maroniano, ex segretario provinciale) si limita a sancire un generico “divieto di apertura di nuovi esercizi di compravendita di oro usato, in via temporanea e sino alla approvazione di norme regolamentari”.
Come in molti altri centri urbani anche a Tradate si sono insediati nel corso degli ultimi mesi numerose attività di questo tipo, ce ne sono addirittura cinque, per meno di 20 mila abitanti: più dei panettieri o delle gastronomie. Il sindaco punta il dito contro i compro oro, tacciati di essere direttamente collegati alle difficoltà finanziarie delle persone “colpite dalla grave crisi economica che stiamo vivendo, sostituendosi impropriamente nei fatti, alla funzione dei monte di pietà o del banco dei pegni”. Poi rincara la dose e, sulla scorta di inchieste giornalistiche o fatti di cronaca, sottolinea: “L’allarmante frequenza con cui la criminalità organizzata sfrutti le attività commerciali di acquisto d’oro e metalli preziosi per mascherare e finanziare le proprie attività criminose”.
Per stessa ammissione del sindaco leghista, l’ordinanza punta a mettere un freno a un fenomeno che si muove in una zona d’ombra della normativa italiana, che non prevede una regolamentazione dettagliata del settore: “le attuali norme – si legge nell’ordinanza – sono inadeguate a tutelare i cittadini dai crescenti rischi di criminalità, che aumentano in proporzione con la diffusione e la concentrazione delle attività compro oro”. Questo anche tenuto conto “dell’allarmante situazione sociale”, generata dalla crisi economica e finanziaria in atto: “Tale da rendere necessario intervenire per garantire i cittadini da possibili situazioni di criminalità che prendano vantaggio dalla necessità finanziaria delle famiglie e delle persone, indotta dalla crisi economica”.
Inevitabile chiedere e chiedersi se un provvedimento simile non nasca solo dalla voglia di guadagnare un quarto d’ora di celebrità: “La domanda che bisogna porsi – replica il sindaco Candiani – è un’altra: qual è la responsabilità di chi amministra? Noi dobbiamo garantire i cittadini. I comuni sono l’ultima barriera su cui possono contate. Come può un Paese come questo, dove c’è da sempre una grave presenza di malavita organizzata non affrontare seriamente una situazione ampiamente conosciuta come quella da cui prende spunto questo provvedimento?”. Il comune di Tradate aveva già affrontato in passato altri temi caldi dello stesso tenore, varando ordinanze limitanti nei confronti delle sale scommesse: “C’è una situazione grave, anche per quanto riguarda ad esempio il mondo delle scommesse. Oggi la fortuna sembra essere diventata l’ultima carta per la sopravvivenza della famiglia. E lo Stato cosa fa? pensa ad incassare l’aggio, l’interesse, la percentuale dovuta e se ne frega del resto… lo stesso vale per il compro oro. Noi in Italia da sempre viviamo a braccetto con la criminalità organizzata. Non affrontare questo tema vuol dire lasciare scoperte lande immense per la malavita, andando poi a spremere i cittadini con tasse e balzelli”.
Ma nessuno pensa che questa ordinanza possa essere risolutiva: “Non ci aspettiamo di risolvere il problema, non ci compete. Ma vogliamo proteggere i cittadini richiamando l’attenzione delle istituzioni superiori, affinché colmino una carenza normativa. Possibile che nessuno si sia mai chiesto cosa spinga questa domanda? È un’attività che non ha bisogno di investimento ma solo di liquidità. Oggi chi ha tanti soldi in tasca? Le banche non fanno prestiti… non vogliamo criminalizzare una categoria, ma una riflessione va posta”.