E’ stata trovata morta sei giorni fa in un appartamento a Milano, dove secondo la polizia si prostituiva. Una chiazza di vomito accanto al corpo e un livido sullo zigomo compatibile con una caduta hanno fatto pensare, in un primo momento, a cause naturali. Ma l’autopsia sul corpo di Maria Burgato, 55 anni, ha rivelato un decesso per “asfissia meccanica esterna”: con ogni probabilità qualcuno l’ha soffocata. Gli investigatori della Squadra mobile hanno così aperto un’indagine per quello che sarebbe, in poco più di un mese, il terzo omicidio di una donna avvenuto in casa nel capoluogo lombardo. Episodi che tuttavia non hanno alcun legame tra loro.

Il caso della Burgato, qualche particolare insolito, l’aveva presentato fin da subito. Il cadavere era stato trovato da un amico: avvisato dalla figlia, che non riusciva più a mettersi in contatto con la madre, era entrato nell’edificio in via Raffaello Sanzio e aveva trovato la porta dell’appartamento socchiusa. Il corpo della donna era sul pavimento del bagno, steso a pancia in giù, senza segni di violenza e con indosso i vestiti. Nella borsa non c’erano soldi. Mentre la figlia aveva parlato di un orologio e alcuni gioielli, che però non erano stati trovati. Secondo la polizia e le testimonianze di alcuni condomini, la Burgato accoglieva i suoi clienti nell’alloggio. Tale ipotesi, avvalorata dal ritrovamento di due preservativi usati, è sempre stata smentita dalla figlia, secondo cui la madre stava cercando una persona a cui affittare la casa.

Prima dei risultati dell’autopsia, eseguita venerdì scorso, il pm di Milano Francesca Celle aveva aperto un fascicolo per omissione di soccorso e le indagini erano volte alla ricerca di una persona che, pur essendo nell’appartamento al momento del decesso, si era allontanata in tutta fretta, anziché chiamare i soccorsi. Ora gli inquirenti puntano invece sull’omicidio: dopo avere acquisito le immagini registrate dalle telecamere della zona, stanno raccogliendo testimonianze tra i conoscenti e i possibili clienti.

Non è ancora chiaro se l’assassino si sia portato via preziosi e banconote. E nemmeno se l’assassino e l’eventuale ladro siano la stessa persona, come è stato nell’omicidio di Franca Monfrini, l’81enne trovata morta il 22 ottobre scorso nel suo appartamento di via Borsa. Anche lei soffocata, è stata uccisa da Alba Sevillano, 27 anni, originaria dell’Ecuador. Che prima l’ha aiutata a portare i sacchetti della spesa e poi si è messa a frugare nella sua borsetta. Una volta scoperta, ha perso la testa, le ha stretto il foulard attorno al collo ed è fuggita portandosi via soldi e bancomat. Un delitto per soldi che ha seguito di poco quello di Lucia Scarpa, 70 anni, trovata morta il 4 ottobre nel suo corridoio, in via Gessi. Per terra in un lago di sangue. Uccisa con 10 coltellate dal vicino di casa, un filippino di 38 anni a cui aveva appena chiesto indietro un prestito di 20 euro.

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