Martin Scorsese è ricascato sulla sua passione per la musica. Dopo il documentario su Bob Dylan, No Direction Home, e Shine a Light, un lungo, spettacolare live sui Rolling Stones, il regista newyorchese ha pronta una personalissima versione sulle opere e la filosofia di vita di George Harrison, scomparso a Beverly Hills nel novembre 2001 per un cancro al cervello.
Documentario che, dopo l’anteprima mondiale a Londra dello scorso ottobre, sbarca a Bologna al cinema Lumiere per l’anteprima italiana. Da mercoledì 16 novembre verrà aperta la prevendita per la proiezione del 25 novembre di Living in the material world che probabilmente verrà duplicata o triplicata a seconda delle richieste che arriveranno, senza necessariamente accavallarsi con il live di Paul McCartney che si terrà a Bologna il 26, data d’apertura del suo On the run tour.
Living in the material world (trailer) vede la stretta collaborazione tra Scorsese e la vedova di George, Olivia. Il lavoro raccoglie filmati inediti e interviste con diversi personaggi del mondo della musica e della famiglia dell’artista: oltre ai due Fab Four superstiti, vengono intervistati anche Eric Clapton e Tom Petty, Yoko Ono (per cui Harrison negli anni settanta non ebbe proprio parole di elogio) e Jane Birkin, il famoso sitarista Ravi Shankar (con lui Harrison produsse il concerto dal Bangladesh che diventò un disco nel 1971) oltre ai Monty Python, Eric Idle e Terry Gilliam, per i quali Harrison fece il produttore esecutivo nel realizzazione di Brian di Nazareth e I banditi nel tempo.
“La musica è stata fondamentale per me. E George Harrison, con la spiritualità delle sue composizioni, mi ha spesso portato a livelli di creatività di cui, dal passato a oggi, non posso che essergli grato”, ha dichiarato Scorsese un mese fa. Il documentario ruba il titolo all’album che Harrison incise tra il 1972 e il 1973, apice di un percorso allo stesso tempo musicale e spirituale (il musicista fu influenzato molto dalle melodie indiane) che per il chitarrista ex Beatles significò più una vicinanza culturale con John Lennon che con il rimanente e ben più prosaico duo McCartney e Ringo Starr.
L’album, che conteneva un singolo come Give me love, ebbe un immediato successo negli Stati uniti e in Gran Bretagna anche se i critici dell’epoca lo bollarono come troppo “spirituale”. Commenti prestigiosi che fecero subito calare le vendite e che significò l’inizio di un lungo periodo di lontananza dalle top ten fino al 1987 quando Harrison tornò alla ribalta con l’album Cloude Nine e iniziò la collaborazione con Clapton e Petty.
Scorsese sta anche preparando un nuovo biopic, questa volta di fiction, su Frank Sinatra interpretato da Leonardo Di Caprio.
Per ogni informazione sulla prevendita: 0512195311 o www.cinetecadibologna.it