Sgomberate nella notte le tende che dal 17 settembre marcano la protesta degli indignati americani contro il sistema finanziario. Per il sindaco, i manifestanti potranno tornare ad occupare a pulizia avvenuta. E' il terzo sgombero, con le stesse giustificazioni, dopo quelli di Oakland e Portland
A quasi due mesi dall’inizio del movimento di Occupy Wall Street, la polizia di New York ha lanciato questa mattina, prima dell’alba, un raid per procedere allo sgombero forzato di centinaia di manifestanti che dal 17 settembre scorso sono installati nello Zuccotti Park, ribattezzato Liberty Square, piazza della Libertà, a pochi isolati da Wall Street.
Lo hanno annunciato gli stessi “indignati” statunitensi con un comunicato che ha rapidamente fatto il giro della Rete: «Liberty Park, sede di Occupy Wall Street negli ultimi due mesi e culla per il 99 per cento dei movimenti che si sono diffusi in tutto il paese e nel mondo, è al momento sotto sgombero per l’intervento di una vasta forza di polizia».
La polizia è arrivata in forze, con centinaia di agenti, attorno all’1 di notte al perimetro di Liberty Square, dove erano attendate circa duecento persone. Gli agenti hanno iniziato a buttare le persone fuori dalle tende e a raccogliere sommariamente le loro cose, spingendo poi tutto e tutti fuori dal parco. La maggior parte dei manifestanti, secondo le notizie diffuse dalla polizia newyorchese, ha provato a resistere pacificamente. Quindici persone, però sono state fermate per resistenza a pubblico ufficiale. Il pretesto per lo sgombero è ancora una volta la pulizia del parco. L’ufficio del sindaco di New York – ed ex patron della più grande agenzia di stampa finanziaria – Michael Bloomberg ha detto con un post attraverso Twitter che «i manifestanti sono stati temporaneamente allontanati dal parco per procedere alla pulizia ma potranno tornare quando la pulizia sarà stata effettuata».
Secondo il portavoce della polizia Paul Browne, i manifestanti erano stati avvisati che la loro permanenza era diventata «una minaccia per la salute pubblica» e che le operazioni di sgombero e pulizia erano state concordate con la Brookfield Office Properties, l’azienda proprietaria di Liberty Square.
Nonostante queste rassicurazioni, i cronisti presenti sul posto riferiscono alle agenzie di stampa che l’atteggiamento della polizia è decisamente diverso: secondo Cath Turner, corrispondente da New York per Al Jazeera, la polizia ha usato la mano pesante con i manifestanti e modi piuttosto bruschi. Inoltre «non sembra che gli agenti stiano pulendo alcunché», dice la reporter.
Lo sgombero di Liberty Square, infatti, non è isolato. Lunedì la polizia era intervenuta in tenuta antisommossa a Oakland, California, per sgomberare un altro accampamento di “indignati”, che avevano piazzato un centinaio di tende in una piazza nella zona centrale della città, davanti al municipio. Circa cinquecento persone erano presenti nell’accampamento al momento dell’intervento degli agenti, che secondo alcune testimonianze, non hanno dato alcun ordine di disperdere l’assembramento, ma hanno circondato il gruppo e spinto via manifestanti e tende. Trenta persone sono state arrestate.
Il giorno prima, domenica, scene simili a Portland, Oregon, dove nonostante l’accampamento, piazzato in un parco nel centro della città, fosse protetto da circa cinquemila persone, arrivate per bloccare l’esecuzione dell’ordine di sgombero deciso dal sindaco Sam Adams, la polizia ha fatto intervenire i reparti a cavallo che hanno caricato i manifestanti mentre dagli altoparlanti veniva diramato l’avviso che in caso di resistenza sarebbero stati usati i lacrimogeni e gli spray al peperoncino. Almeno 50 persone sono state arrestate. Tanto a Oakland quando a Portland il pretesto per lo sgombero è stata la pulizia dell’area.
di Joseph Zarlingo