“Non un nuovo partito ma un partito nuovo”. Recita così il claim del Partito nuovo del territorio, una nuova formazione politica nata in queste settimane a Monte Poieto di Aviatico, un paesino di cinquecento anime in provincia di Bergamo. Il progetto politico porta la firma di quattro persone: Maurizio Cortinovis, Egidio Radaelli, Maurizio Luraghi e Anselmo Stefano Dentella, sindaco di Aviatico. È proprio lui il frontman che dal sito internet del neonato movimento, ne spiega le ragioni nel tentativo di convincere gli utenti dell’esigenza di far nascere una nuova figura politica: “Un partito nuovo e profondamente diverso anche nella forma”, spiega Dentella. “Vogliamo provare a riportare in politica, ma non solo in politica, un po’ di buon senso e di passione, in mezzo a troppe grida, troppi slogan, troppa fretta, troppa immagine senza qualità. Non crediamo alla discesa in campo di uomini famosi, crediamo che chi deve scendere nuovamente in campo è il territorio, con la sua storia, con i suoi valori e con persone in grado di rappresentarlo”.

Insomma, una sorta di sintesi quasi perfetta tra il credo leghista e quello berlusconiano, con una punta di renzismo, pronta ad accogliere i delusi di Lega e Pdl e pure qualche rottamatore. Un partito del nord e del fare, vicino al territorio ma rispettoso della Costituzione, attento ai giovani e pronto al dialogo. Un partito nuovo, appunto, che nasce con l’intento di essere “più di un semplice movimento di idee e vuole partecipare alle decisioni sul futuro e quello dei nostri giovani”. Un partito che si propone di essere legato al territorio “perché è del territorio, dei suo valori, del patrimonio fisico e morale costruito con il sacrificio di tante generazioni, delle persone che ogni giorno svolgono con passione la loro attività in ambito famigliare, lavorativo e sociale che la politica deve ritornare ad essere rispettosa ed esempio per tutti”.

Il Partito nuovo del territorio non ha un programma, considerando i programmi “solo un modo per riempire le pagine di facili illusioni e con l’unico fine di rubare il consenso”, ma è dalla lettura dei principi che si capisce qualcosa in più su questa nuova formazione. Si parla infatti di confronto civile e responsabilità individuali per un partito aperto a tutti quelli che si riconoscono nei “valori cristiani in quanto valori universali”. A scanso di equivoci si dice anche che: “riconosce assoluta attualità ed altissimo valore civico e morale alla Costituzione della Repubblica Italiana”. Curiosa, infine, la scelta di impedire a priori ai propri eletti di avere incarichi di governo, in quanto il partito “sarà per definizione un partito di Governo, nel senso che appoggerà l’azione di qualsiasi forza politica alla sola condizione che sia in linea con i valori e con gli obiettivi a cui ispira la propria azione”.

La parola d’ordine del manifesto del Pnt è diffidare del falso nuovo che avanza subdolamente alla ricerca del consenso: “Noi sappiamo che ci sono molte cose da cambiare ma sappiamo altrettanto bene che è necessario lavorare per far emergere le forze migliori e genuine, oggi sacrificate, che esistono in ogni ambito del vivere sociale e, senza distinzione di colore, in ogni formazione politica. Non vogliamo prendere il posto di nessuno: vogliamo che ovunque le persone con cuore e capacità prendano il posto di chi ha dimostrato di non avere ne cuore ne capacità”. Per ora la pagina facebook del Partito (online da fine ottobre) conta appena 26 “mi piace” e, in attesa di un ritorno più solido e strutturato, sui siti di qualche giornale locale iniziano a comparire i primi banner pubblicitari che invitano a visitarne il sito internet.

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