Centoventi metri quadrati a 1519 euro al mese per un appartamento in pieno centro parigino, dietro il Pantheon. Sono queste le condizioni di alloggio per il senatore Jean-Pierre Chèvenement, da tutti conosciuto come “Che” più per un’abbreviazione di nome che per ragioni politiche, il quale dal 1983 ha il privilegio di abitare in una delle case “HML” (habitation à loyé moderé). La sigla francese indica un alloggio sociale ad affitto controllato dal Comune, destinato di solito alle famiglie o alle persone che versano in difficili condizioni economiche. 3500 euro almeno, l’affitto che il pluri pensionato Chèvenement dovrebbe pagare mensilmente in condizioni normali. La RIVP (Régie Immobilière de la Ville de Paris), ha chiesto al senatore di lasciare il suo alloggio, ma quest’ultimo non ha intenzione di spostarsi e grida all’attacco politico.
Chèvenement è una vecchia conoscenza della politica francese e, attualmente senatore del territorio di Belfort, ha ricoperto più volte il ruolo di ministro negli anni ’80. Da pochi giorni inoltre, si è candidato alle elezioni presidenziali con il Mouvement Republicain Citoyen. Il politico dal 2009 riceve pressioni dall’amministrazione comunale parigina per risolvere al più presto la questione dell’alloggio. La domanda che si pongono tutti è perché non si passi all’azione, cacciando direttamente l’inquilino che si trova in uno spazio destinato a persone bisognose. Chèvenement continua a ripetere che il suo non è un alloggio ad affitto moderato (HLM), ma ad affitto normale (ILM) e comunque il suo contratto non sarebbe vincolato alle sue risorse economiche. “Non è un caso”, ha affermato Chèvenement, “che lo scandalo sia venuto fuori quattro giorni dopo la notizia della mia candidatura alle presidenziali. Si tratta di un semplice attacco politico per screditarmi”. Il problema comunque rimane e il rifiuto fa scalpore. “Non possiamo mettere in mezzo ad una strada”, hanno dichiarato le autorità, “un uomo di 72 anni”. E senza contare del fatto che da ottobre a marzo, in Francia vige “une tregua invernale”, per cui nessuno può essere cacciato dal proprio alloggio.
“Da un anno”, ha dichiarato a sua difesa il senatore, “il proprietario mi ha proposto di aumentare l’affitto del 40%. Questo vuol dire che in tre anni dovrò pagare 1950 euro al mese e la mia indennità parlamentare è di soli 5700 euro”. Parole che scaldano gli animi di numerose associazioni cittadine, impegnate nella lotta per gli alloggi in una Parigi dove l’inverno è rigido e tante sono le persone che vivono in strada.
In prima linea il collettivo “Jeudi Noir“, conosciuto per le sue battaglie per il diritto all’alloggio e guidato dall’attivista e consigliere regionale di Ecologie Europe Les Verts (EELV), Julien Bayeu. Il gruppo sottolinea come a fare la morale sia un altro politico dal curriculum non troppo pulito. Il segretario di stato all’alloggio, Benoist Apparu, ha infatti dichiarato: “A livello legale possiamo fare poco. Chèvenement, può fare i conti solo con la sua coscienza quando si guarda davanti allo specchio la mattina”. E cosa vede invece Apparu? La situazione è paradossale, come ricordato dallo stesso collettivo Jeudi Noir: Benoist Apparu infatti, ha occupato in passato un appartamento HLM di 45m2 per 672 euro al mese, nel centralissimo 4e arrondissement, poi abbandonato discretamente nel 2008 in pieno scandalo alloggi. In quello stesso anno inoltre, il direttore di gabinetto del ministero all’alloggio, Jean Paul Bolufer aveva dovuto dare le sue dimissioni dopo che era stato trovato ad occupare un lussuoso appartamento HLM nel centro parigino di 190 m2 per soli 6,50 euro al m2 (1.197 euro al mese). “Tanto per ricordarlo”, hanno dichiarato gli attivisti di Jeudi Noir, “uno studente al massimo può aspirare ad uno studio di 15 m2 a 650/700 euro al mese”.
E’ lo scandalo degli alloggi denominati con la sigla HLM, elargiti dalla Régie Immobilière de la Ville de Paris e destinati a fasce sociali medie che non possono permettersi gli affitti parigini. Lo scandalo ha segnato l’epoca Chirac, quando nel 2006 si contavano circa 224 appartamenti ad “affitto moderato” e attribuiti a politici eletti o collaboratori di quest’ultimi. E la situazione in cinque anni non sembra essere cambiata di molto. L’ultima rilevazione risale infatti al giugno scorso quando, in un piccolo paragrafo del rapporto della Camera Regionale dei conti dell’Ile de France (CRC), si rilevava la situazione immobiliare di numerosi eletti francesi. Come messo in luce dai magistrati, questi politici una volta eletti non hanno abbandonato gli alloggi sociali. Pierre Aidenbaum, presidente del RIVP, ha provveduto immediatamente segnalando l’irregolarità agli interessati, e ha ricevuto risposte contrastate. Quella lanciata nel giugno scorso era un'”operazione di pulizia” così come annunciato da Aidenbaum, ma a mancare sono i mezzi giuridici per costringere ad abbandonare l’abitazione e l’ingiustizia rimane così impunita.