I residenti dei paesi interessati dal movimento franoso speravano nel prefetto di Bologna, che ha gelato tutti: "Monitorare quello che accade, ma impensabile chiudere il cantiere". Nel frattempo è stata sigillata un'altra abitazione
Insomma nulla di fatto. I lavori della galleria lunga quattro chilometri per la Variante di valico – lavori che si stanno avvicinando ormai a un centinaio di metri dal centro abitato – non verranno bloccati. L’unica apertura ottenuta dai residenti che si battono contro questo tunnel è stata una partecipazione esterna al tavolo tecnico coordinato dalla Regione Emilia Romagna, che dovrà monitorare metro per metro gli scavi del tunnel. “Ho chiesto alla Regione di prevedere non solo una condivisione con il comitato dei risultati, ma anche l’occasione per ulteriori contraddittori, valutazioni tecniche”, ha spiegato Tranfaglia ai cronisti dopo l’incontro. “Una cosa sono i monitoraggi e i sopralluoghi che fanno i tecnici, il comitato potrà fare le sue valutazioni”.
“Momenti di confronto”, niente di più, ma il comitato non ci sta e chiede, prima di accettare la proposta del prefetto “che i lavori vengano bloccati e che il comitato tecnico sia formato da persone terze davvero, fossero anche straniere”.
Intanto sabato scorso un’altra casa (abitata solo d’estate o nei periodi di vacanza) è stata recintata e ne è stato impedito l’utilizzo. Questo fabbricato si aggiunge agli altri 5 già sgomberati negli ultimi mesi per un totale di 12 famiglie in un paese di neppure 500 abitanti. La frana si muove di due centimetri al mese, secondo recentissimi studi citati anche dalla Regione. “Non vogliamo avere distrutte le nostre case e il nostro paese”, ha detto amareggiato il geometra Ricci, che da costruttore di autostrade ora in pensione si è trovato a vivere in un paese che “di autostrada rischia di morire”.
Riguardo ai limiti da imporre a chi sta scavando la galleria il prefetto ha spiegato che lui si occupa di incolumità pubblica e di eventuali disastri ambientali. Il resto, quindi anche la perdita della casa, sono scelte che non spettano a lui. Il ragionamento del prefetto è elaborato: “I più ottimisti ritengono che, passato il cantiere, il movimento della frana si stabilizzerà, ma se così non fosse”, ha spiegato Tranfaglia, “questo rientra nei costi di quel disagio che ovviamente è insito in scelte che vengono fatte nell’interesse generale”. Insomma, sembra dire il prefetto, una volta salva l’incolumità delle persone e del territorio, il prezzo di un’opera del genere lo decidono altri. Tranfaglia ha poi concluso: “Anche chi viene espropriato ritiene di essere stato sanzionato in maniera illegittima, però se ne deve andare”.
Il geometra Ricci, d’altro canto, ha attaccato anche Gennarino Tozzi, condirettore generale Sviluppo rete di Autostrade, che la scorsa settimana era presente al tavolo organizzato dalla prefettura. Tozzi aveva escluso la possibilità che i pezzi di galleria già scavati si fossero già spostati, come denunciato dal comitato dei cittadini: “Tozzi come al solito dice delle bugie”, ha detto Ricci. Anche Andrea Defranceschi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle oggi in una nota aveva riportato il parere “dell’ingegnere Direttore tecnico degli scavi dall’ingresso sud” il quale “ha dichiarato che la galleria si stava spostando a valle a causa del riattivarsi del fenomeno franoso”. Autostrade per l’Italia ha replicato che le dichiarazioni espresse oggi da Defranceschi, rispondano a logiche di carattere puramente ideologico e siano pregiudizialmente contrarie allo sviluppo infrastrutturale del nostro Paese”.
Intanto proprio il tavolo tecnico, che dovrebbe monitorare metro per metro lo scavo della galleria, non è ancora partito. Dovrebbero farne parte esperti di tutte le istituzioni pubbliche, ma anche di Anas e della stessa Società Autostrade, committente dell’opera. “Mancano ancora alcuni nomi, ma il quadro è quasi completo”, ha detto a ilfattoquotidiano.it l’assessore regionale Alfredo Peri.
I lavori nell’imbocco Nord della galleria (quella più interessata alla frana di Ripoli), intanto sono momentaneamente sospesi, comunicano da Autostrade. I lavori della Variante di valico, iniziati nel 2004 dovrebbero concludersi nel 2013: l’opera dovrebbe affiancare l’autostrada del Sole attuale nel tratto appenninico tra Firenze e Bologna. “Un’opera da concludere al più presto”, aveva detto Tozzi la scorsa settimana, “la vecchia A1 non regge più e gli incidenti stradali aumentano”.
Ma Tozzi non ha fatto i conti con altri problemi. Secondo quanto detto dallo stesso Defranceschi, in un tunnel vicino a quello della frana, Martina, la fresa più grande del mondo, si è inceppata. “Il che potrebbe significare che da lì, secondo alcune valutazioni, non la sposta più nessuno”. La società Toto Costruzioni, che gestisce quello scavo, ha detto che è “destituita di ogni fondamento la notizia che la fresa sia bloccata in galleria per danni irreparabili. La Toto ha precisato che Martina (…) ha subito nei giorni scorsi un momentaneo fermo tecnico, a causa di un guasto al sistema di guarnizioni. Entro i primi giorni di dicembre la fresa tornerà regolarmente in produzione”.