Assicura che non staccherà la spina al governo Monti ma annuncia di essere già al lavoro sulla campagna elettorale. Promuove i ministri, definendoli competenti, ma colloca l’esecutivo fuori dai canoni della democrazia. Silvio Berlusconi, dopo aver chiarito di non avere alcuna intenzione di ritirarsi, anche oggi sgomita per conquistare spazio e non finire nella seconda fila della cronaca politica. Ma il fiume di agenzie generato dalla volontà di esserci a ogni costo, mostra con estrema evidenza che la strategia del Cavaliere è ancora indefinita. L’unica certezza al momento è che il governo Monti fa comodo al Pdl per avere il tempo necessario per riorganizzarsi. Le liti interne al partito non hanno più i riflettori puntati addosso ma non sono di certo sopite. Anzi. Lo scontro tra ex di Alleanza Nazionale (Ignazio La Russa in testa) ed ex Azzurri (Claudio Scajola il più ortodosso) si è accentuato, tanto che l’ex ministro della Difesa nei giorni scorsi ha persino riabilitato Gianfranco Fini.
Altro problema per l’ex premier è rappresentato dalla Lega Nord che è riuscita a sciogliere l’alleanza scaricandone le responsabilità sul Pdl e occupando da sola i banchi dell’opposizione, i più remunerativi in termini di voti. Il rischio per il Cavaliere è dunque lasciare buona parte dell’elettorato del centrodestra del Nord in mano al Carroccio. Così, da una parte sostiene il governo Monti, dall’altra lo bacchetta. Parlando spesso con toni ancora quasi da presidente del consiglio: “Sulla patrimoniale il discorso è chiuso”, sentenzia. Ma il premier vero, Mario Monti, in realtà in aula si è espresso in termini diversi, annunciando un “monitoraggio” sui patrimoni. Ma del resto già sull’Ici oggi Alfano ha aperto, nonostante la posizione di ferma contrarietà assunta fino a ieri.
In via dell’Umiltà si lavora dunque alla campagna elettorale, partendo da una manifestazione di piazza e, soprattutto, da un uso più capillare di Internet attraverso i siti pdl.it e forzasilvio.it, dalla pagina facebook del Cavaliere e soprattutto con una web tv che sarà allestita negli studi a Palazzo Grazioli fino a poche settimane fa occupati da Red Tv di Massimo D’Alema.
La macchina da elezioni del Pdl è dunque partita. Lo dice chiaramente lo stesso Berlusconi: “Ci stiamo preparando alla campagna elettorale, utilizzeremo tutti i mezzi di comunicazione e intensificheremo la nostra presenza sulla Rete”. Poi, dopo aver garantito di non avere alcuna intenzione di “staccare la spinta al governo”, si è schierato al fianco di Monti: “Abbiamo fatto di tutto per riuscire a mettere insieme un governo nel minor tempo possibile e abbiamo dato un fattivo contributo”. In aula a Montecitorio il Cavaliere ha lasciato parlare per il partito prima Fabrizio Cicchitto poi Angelino Alfano. Ma “ho ascoltato con attenzione l’intervento di Monti – ha detto – bene, bene”. Poi, quasi con rammarico, ha detto di volersi “riposare e rilassare, ma sento ancora la responsabilità del voto del 2008 per continuare ad essere protagonisti in questa legislatura per un anno e qualche mese”. Anche per oggi, dunque, Berlusconi è riuscito a conquistarsi la prima fila, non riuscendo però a rubare la scena a Monti.
Il neopresidente del Consiglio, infatti, lascia cadere con assoluto distacco qualsiasi dichiarazione politica. Come se non si parlasse di lui. E si ritrova anzi a condividere con il Cavaliere la critica alle manifestazioni di sabato davanti al Quirinale. Sono “episodi che mi rattristano, che condanno e che non giovano certo all’azione di questo governo”, ha detto oggi Monti. Oggi come ieri la scena rimane dell’ex rettore della Bocconi. Sì perché già ieri Berlusconi aveva tentato di rubare la scena al neo presidente del Consiglio. L’ex premier aveva riunito senatori e deputati e dettato la linea: il Pdl voterà compatto ma il governo ha i mesi contati. Non appena avrà portato a termine il programma sulle misure anti-crisi contenute nella lettera all’Ue, dice Berlusconi, si tornerà al voto. Del resto, anche se molti lo indicano come il campione che salverà l’Italia, come Maradona fece con il Napoli, da solo Monti non riuscirà a raddrizzare la situazione, è stato il paragone usato dall’ex premier.
Nel frattempo, il partito di via dell’Umiltà lavorerà per riconquistare gli elettori, riorganizzarsi e vincere la prossime elezioni. E oggi, come ieri, Berlusconi conferma le sue posizioni. Parla di golpe con toni da opposizione e di “responsabilità” con toni governativi, comunque da leader. Un leader intenzionato a riprendere in mano le redini del partito (“So che volevate che mi ritirassi a scrivere le mie memorie, ma non lo faro'”) e portarlo verso una nuova vittoria. E’ solo questione di tempo, dunque. Nei prossimi mesi il Cavaliere si sdoppierà e solo quando avrà di nuovo in mano il partito, magari con nome e simbolo nuovi (che secondo alcuni nel Pdl sarebbe già pronto), farà mancare il sostegno a Monti. Di opportunità ne avrà: patrimoniale, pensioni, reintroduzione dell’Ici.