Partito Democratico e Idv si scagliano contro i vertici della società e chiedono di cancellare il mercato delle poltrone dei consigli di amministrazione di tutte le aziende pubbliche. Oggi, intanto, Marina Grossi, ad della Selex e moglie di Guarguaglini, non ha lasciato l'incarico
Azzerare i vertici di Finmeccanica e cancellare il mercato delle poltrone dei consigli di amministrazione delle società pubbliche. E’ quanto chiede il Partito Democratico, che ha da tempo presentato una proposta di legge proprio per chiedere l’azzeramento dei Cda delle società pubbliche. Mentre l’Idv rilancia la necessità di affrontare la questione morale. Sono le reazioni scatenate dagli sviluppi dell’inchiesta Enav che ha fatto emergere un sistema di fatture false emesse per evadere le tasse e creare fondi neri per soddisfare i politici di riferimento per le nomine.
Finmeccanica oggi a Piazza Affari ha toccato il terreno negativo per sei punti percentuali (dall’inizio dell’anno ha ceduto il 67%) e i vertici stanno valutando come affrontare le conseguenze dell’inchiesta della procura di Roma, anche a seguito dell’autosospensione di Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica. Già oggi è stato convocato un consiglio di amministrazione straordinario di Selex sistemi integrati. Ma Marina Grossi, amministrato delegato di Selex e moglie del presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, non ha lasciato l’incarico, nonostante fosse stato caldeggiato ieri dall’ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi. In un comunicato diramato ieri, aveva infatti detto che “il presidente della Selex sistemi integrati ha disposto la convocazione urgente di un cda della società, al fine di adottare le necessarie determinazioni nell’interesse della società e dei suoi dipendenti, clienti e fornitori”.
“La Borsa non fa che registrare il malessere e lo sconcerto per lo spaccato delle pratiche opache e familiste in auge presso talune società di Finmeccanica quale affiora dalle indagini giudiziarie”, ha detto Franco Monaco, senatore del Pd. “Per accertare eventuali responsabilità penali ci vorrà tempo, ma urge una bonifica e un azzeramento di vertici. E’ lecito attendersi un energico segnale di discontinuità da un governo a sua volta originato da un’emergenza economica, civile e morale”. Già Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo del Pd alla Camera, aveva invocato ieri la necessità di adottare “misure urgenti per cancellare una volta per tutte il mercato delle poltrone dei consigli di amministrazione delle società pubbliche”.
Mentre secondo Antonio Di Pietro in Italia è necessario “il rilancio della questione morale che in questi giorni è tornata prepotentemente alla ribalta, tanto da farmi ricordare i tempi di Tangentopoli e Mani pulite”, ha detto il leader dell’Italia dei Valori ed ex magistrato del pool anticorruzione della procura di Milano. “Ora come allora e allora come ora, non è più solo qualche mela marcia che ruba ma è un sistema di finanziamento illecito, voto di scambio e di una politica corrotta che dev’essere combattuta, anche nelle stesse persone, perché molti di quelli che vedo in giro in questi giorni, io li avevo già visti, anzi, li avevo già presi”.
Anche dalla Cisl invoca la necessità di ripulire i vertici di Finmeccanica: “Da quanto sta emergendo dalle indagini della Magistratura, sono per noi sempre più chiare le dismissioni prioritarie che deve effettuare Finmeccanica, ci riferiamo a coloro che hanno preso parte, coperto, tollerato, il sistema di corruzione che sta venendo a galla”. Il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli chiede all’ad Giuseppe Orsi di “agire tempestivamente per il rilancio dell’intero Gruppo e per la salvaguardia dei siti industriali e dei posti di lavoro”. Il “giudizio impietoso su alcuni manager di Finmeccanica non risparmia neanche quella parte della politica che – come spesso abbiamo denunciato – ha visto Finmeccanica come una mangiatoia a soddisfacimento personale e privato”.