Esce dal carcere anche l’ultimo indagato dell’inchiesta sulle presunte tangenti a Sesto San Giovanni, che coinvolge il dirigente del Pd Filippo Penati. Si tratta dell’ex assessore comunale Pasqualino Di Leva, accusato di corruzione. Il gip Anna Magelli ha accolto l’istanza del suo difensore Giuseppe Vella. Di Leva era stato arrestato lo scorso 25 agosto su richiesta dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia.
Con lui era finito in carcere l’architetto Marco Magni, indicato dagli inquirenti come un uomo cerniera tra costruttori e pubbica amministrazione sestese. Magni era stato rimesso in libertà dallo stesso gip Magelli il 17 novembre. Entrambi si trovavano da tempo agli arresti domiciliari. La Procura aveva chiesto l’arresto anche per Penati, ma il gip lo aveva respinto.
Per i due e per altre cinque persone la procura ha chiuso un filone delle indagini in vista della richiesta di rinvio a giudizio. E’ quello relativo a presunte tangenti pagate per ottenere l’aumento della volumetria edificabile sull’ex area industriale Falck e i permessi per costruire alcuni edifici sul terreno dove un tempo sorgeva la Marelli. Oltre a Magni e Di Leva, l’avviso di chiusura indagini è stato recapitato all’immobiliarista Luigi Zunino e agli imprenditori sestesi Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini, i due grandi accusatori di Penati, ex sindaco di Sesto ed ex presidente della Provincia di Milano.
L’inchiesta della Procura di Monza prosegue su altri fronti, relativi a presunte mazzette che sarebbero state versate a Penati e al suo ex braccio destro Giordano Vimercati, all’affaire dell’acquisto delle azioni Serravalle da parte della Provincia e al ruolo delle Coop nelle operazioni immobiliari.