Il bunga bunga è tornato ed è pure accentato, alla maniera d’Oltralpe. Per una volta non tocca a noi, che questa settimana abbiamo salutato il governo di nani e ballerine per far posto ai sobri loden di Monti (chissà che ha trovato nei cassetti di Palazzo Chigi il professore: speriamo che Berlusconi non abbia dimenticato imbarazzanti ricordini delle cene eleganti. Una cosa è chiara: il nuovo inquilino non gradirebbe). Mentre noi cerchiamo di riabilitare una reputazione sputtanata all around the world, arrossisce la Francia. Dove è di nuovo sotto i riflettori Dominique Strauss-Kahn.
Il nome dell’ex direttore del Fondo monetario internazionale salta fuori in un’inchiesta giudiziaria su un giro di prostituzione nel Nord del Paese. Solito copione di cene, festini, ragazze pagate da imprenditori (da queste parti, meglio noto come “metodo Gianpy”). Fin qui nulla di nuovo sotto il sole: Dsk disconosce il nume del marchese de Sade, facendo una specie di outing lagnoso contro il libertinaggio: sono malato, mi curerò. Viene dipinto dai collaboratori come l’ombra di se stesso, barba lunga e sguardo assente. “Si morde le unghie fino a sanguinare – racconta un’anonima fonte a Le Journal du Dimanche – divora la pelle delle dita e passa le giornate a non fare niente, incapace di concentrarsi su un libro, rifiutando di accendere la televisione o di leggere i giornali. L’unica cosa che lo calma sono le equazioni algebriche, ma la sua agenda è vuota”. Un uomo matematicamente finito.
Anche perché la sua vivace mogliettina sembra intenzionata a non fargli più da badante: Anne Sinclair diventerà la direttrice dell’Huffington Post-Francia. E pare anche che lei lo voglia mollare: oltre all’imbarazzo, lui le è costato una fortuna tra cauzioni, case a Manhattan e avvocati. Lei, nipote del mercante d’arte di Picasso, è un po’ stanca. Anche se piuttosto battagliera: “Non dimenticherò chi ha gettato mio marito in pasto ai cani. Saprò ricordare. E al momento giusto, salderò i conti”. Ex amici avvisati, specie ora che avrà per le mani un colosso dell’informazione. Madame non ha nessun bisogno del marito: era ricca e una star della tv già prima di conoscere lui. Non stupirebbe se ora gli desse un calcio nel sedere, dopo avere fatto in sua compagnia tutto il red carpet della vergogna.
Situazione cui molte mogli – con eccezione della nostra ex first Lady Veronica Lario – non si sottraggono. È accaduto alla moglie di Anthony Weiner, deputato al Congresso degli Stati Uniti che in giugno si è dovuto dimettere a causa di uno scandalo sessuale. La sua sventurata consorte Huma Abedin, al momento del sex gate, era incinta. E, ironia della sorte, è una stretta collaboratrice di Hillary Clinton: oggi segretario di Stato, ieri moglie cornificata del presidente degli Stati Uniti.
Tutte queste signore hanno una caratteristica comune: sbeffeggiate dai comportamenti dei loro mariti, non li hanno mai pubblicamente offesi o umiliati. Ancorché la tentazione deve essere stata piuttosto forte. Ma ci ha pensato la sorte: Clinton, Dsk, Weiner sono al capolinea. Le mogli hanno superato il fatto di aver sbagliato uomo e si sono costruite una carriera. Una vendetta migliore di qualunque insulto: chi è il sesso debole?
Il Fatto Quotidiano, 2o novembre 2011