Tre espulsioni in due giorni. Tanto per ricordare che “la Lega ce l’ha duro“. Succede a Modena, dove infatti, nei giorni scorsi, la segreteria provinciale ha fatto piazza pulita sbattendo fuori ben tre dissidenti: si tratta dei consiglieri modenesi Nicola Rossi e Walter Bianchini, e dell’esponente sassolese, Mauro Guandalini, colpevole di “lesa maestà” nei confronti della giunta comunale targata Pdl-Lega. Ma sono solo gli ultimi di una lunga lista di epurazioni portate avanti dalla segreteria di Riad Ghelfi (nell’ultimo anno sono state scomunicate altre sei camice verdi) e di una mossa di avvicinamento verso il congresso dove Ghelfi punta a mantenere la poiltrona forte dell’appoggio della compagna, Stefania Ballantini, e il padre di lei, Loredano Ballantini. Una questione di famiglia, insomma. Anche se nella Dynasty in salsa padana, visto il clima e i nervi a fior di pelle, sono attesi colpi di scena.

Ma andiamo con ordine e ripartiamo dalle espulsioni a raffica. Per Rossi, politico composto di ispirazione maroniana, il primo richiamo scritto è arrivato quando ha osato intonare l’inno nazionale in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia. Il giovanissimo Bianchini (classe 1989), invece, avrebbe peccato di superbia nei confronti del leader Umberto Bossi, quando si è permesso di criticare la candidatura del Trota con una lettera ai parlamentari del Carroccio in cui la giudicava “inopportuna e non meritocratica”. Come è andata a finire? Che è stato costretto dalla segreteria cittadina a inviare una controlettera di scuse. Ma soprattutto, i due sarebbero colpevoli di aver “violato l’articolo 7 del regolamento federale della Lega nord Padania, che parla di tentativi di compromissione dell’unità e del patromonio ideale del movimento”, come è scritto nella lettera di espulsione.

Il gesto più grave è stato la mozione di sfiducia avanzata dai due nei confronti del capogruppo Stefano Barberini, che è stato così destituito dall’incarico. Ma Barberini (un volto noto soprattutto al popolo delle discoteche, famoso per essere entrato in municipio con gli sci da neve, o per girare con una Bmw pur avendo dichiarato un reddito negativo di oltre 4.000 euro), oggi può contare sul sostegno indiscusso dei vertici del partito. Sulla sua testa, però, pesa l’accusa di poca trasparenza nella gestione dei fondi del gruppo (circa 11 mila euro su un conto corrente a cui solo lui ha accesso), mossa dagli stessi compagni di banco ribelli, Nicola Rossi e Walter Bianchini, che sono in attesa di visionare l’estratto conto.

E’ con questi presupposti, e con questa atmosfera, che il popolo “verde” di Modena si prepara alle elezioni di primavera, quando dovranno essere rinnovati i segretari comunale e provinciale. In pole resta il leader uscente, Riad Ghelfi. Attorno a lui, quasi certamente faranno quadro la compagna, Stefania Ballantini, consigliera comunale a Lama Mocogno, e responsabile organizzativa della segreteria Lega Nord Emilia, e il padre di lei, Loredano, segretario della circoscrizione di Frignano.

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