Oggi lo ha ripetuto Angelino Alfano: “Ribadisco che i sottosegretari devono essere tutti tecnici perché sono chiamati a far parte di un governo di emergenza”. Tuttavia, non si esclude che saranno esponenti politici ad affiancare Piero Giarda ai Rapporti con il Parlamento. Su circa trenta nomi, alla fine, cinque dovrebbero essere scelti direttamente dal premier, gli altri – per quanto non politici di professione – andranno divisi comunque ad aree di riferimento. Per questo le trattative interne ai partiti restano serratissime, né mancano le guerriglie schiettamente personali. L’iperattivisimo di alcuni è già leggenda: telefonate ai capicorrente, improvvisi ritorni in Transatlantico di ex parlamentari, affannosa ricerca di coperture utili alla new wave professorale.
COME SEMPRE, insomma, quando le poltrone sono ancora vuote, impazza il toto-nomine, con la quasi esclusione di parlamentari in carica: come detto, il professore vuole il curriculum. Oltre ai quattro vice all’Economia – partita che il premier si sta giocando in splendida solitudine e su cui si sprecano i bei nomi di accademici e grand commis – una poltrona certamente delicata è quella di viceministro con delega alle Comunicazioni: ballano i nomi di Zeno Zencovich, già autore della legge Gasparri, Antonio Martusciello, ex Forza Italia, oggi all’Agcom e Roberto Viola, segretario generale della stessa Authority, tutti graditi al Cavaliere, mentre il Pd propone Nicola D’Angelo (Agcom pure lui, ma con targa diversa). Altro fronte caldo è la Giustizia: a via Arenula i berlusconiani propongono Michele Saponara, già avvocato di Cesare Previti, o Augusta Iannini, la signora Vespa, appena rimossa dalla poltrona di capo di gabinetto dalla neoministra Severino. Se la cosa fosse vera, in un paese normale la cosa potrebbe creare non pochi grattacapi al marito. Chissà da noi. Alle Infrastrutture, che non scottano di meno, si parla dell’ex sottosegretario dalemiano Antonio Bargone, ma ben messo è pure Mario Ciaccia, ex Corte dei Conti, da dieci anni in Intesa col ministro Passera. Al Welfare – destinato ad essere il bersaglio dello scontro sociale prossimo venturo – è accreditato il professor Carlo Dell’Aringa, che era lì lì per diventare ministro, ma pure Luigi Cocilovo, ex (chiacchierato) pezzo grosso della Cisl, oggi politico vicino al Pd. Al fondamentale dicastero dei Rapporti col Parlamento, infine, andranno sicuramente dei politici: l’ex Ppi D’Andrea (che aveva la stessa poltrona con Prodi), l’Udc D’Onofrio (che preferirebbe forse altro) o il socialista Piazza, già nel governo D’Alema, che ha il vantaggio di essere amico del ministro Giarda.
Aggiornato da Redazione Web alle 18:30 del 24 novembre 2011