A prima vista può sembrare semplicemente un cerchio blu con al centro una “esse” gialla. Invece, secondo il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca è un brand «straordinario» che consentirà alla sua città «di competere a livello internazionale». È per ottenere questo che il primo cittadino campano ha deciso di non badare a spese. Ha affidato la realizzazione del logo a un importante designer di fama internazionale, Massimo Vignelli, e lo ha pagato profumatamente. Il nuovo marchio, infatti, è costato 200mila euro.
I salernitani però sembrano non aver gradito troppo. «Inguardabile», «brutto», «ridicolo», «inutile», sono i commenti che il sindaco si è ritrovato sulla sua pagina Facebook e sui quotidiani locali il giorno dopo. Le critiche sono venute anche dal suo stesso partito. «Non sarebbe stato meglio – è la domanda che pone il segretario regionale dei giovani democratici, Michele Grimaldi – spendere molto di meno e valorizzare le professionalità giovanili, dal momento che a Salerno abbiamo anche un’importante Università?». Stavolta persino De Luca, solitamente poco abituato a dare spiegazioni, è dovuto correre ai ripari con un nuovo comunicato stampa: «Anche la Tour Eiffel ha suscitato anni di polemiche: ora è un simbolo internazionale che identifica Parigi nel mondo», ha provato a giustificarsi ieri.
Il sindaco di Salerno, rieletto lo scorso maggio per la quarta volta con quasi il 75 per cento dei voti, proprio non se l’aspettava. La presentazione del logo era infatti avvenuta con tutti gli onori. «Saremo come Cannes, come Salisburgo e come Edimburgo, il nuovo logo proietterà la nostra città in una dimensione ancora più internazionale», aveva spiegato De Luca durante la cerimonia ufficiale. L’entusiasmo aveva contagiato anche il designer Massimo Vignelli, che ha lavorato per Benetton, America Airlines e la Metropolitana di New York: «Cosa avete fatto voi salernitani per meritarvi un sindaco così? Nessuna città italiana ne ha uno come il vostro, vi assicuro che così non ne fanno più», è il panegirico rivolto al suo committente all’inizio della presentazione. Il grafico di fama internazionale ha spiegato che per mettere a punto il nuovo brand é stata necessaria un’equipe di tre persone che «ha lavorato per mesi al progetto». All’elaborazione grafica ha partecipato anche Vincenzo De Luca che è andato appositamente a New York, dove Vignelli ha il suo studio, prima per convincerlo ad accettare il lavoro e poi per dare i suoi consigli. In questo modo è nato il logo che manderà in soffitta il vecchio stemma della città, che riproduce l’effigie del patrono cittadino San Matteo. Il brand disegnato da Vignelli punta sull’essenzialità: una “S” dorata campeggia al centro di un cerchio colorato con due diverse sfumature di azzurro. In realtà però non c’è solo questo, bisogna andare oltre, ha spiegato Vignelli «dentro c’è anche il sole, l’orizzonte, il mare, il tramonto» e addirittura «un ippocampo e un delfino». Anche se, ha confessato lo stesso designer, «gli ultimi elementi uno ce li può pure vedere, ma occorre un certo sforzo».
Il tutto per 200mila euro. Non pochi, soprattutto se si pensa che lo scorso 2 settembre in un video comizio sulla tv locale che ogni settimana ospita i suoi interventi, De Luca tuonava contro gli sprechi della pubblica amministrazione: «È indispensabile razionalizzare le spese, tagliare gli sprechi, cancellare alcune bizzarrie parasindacali». E pensare che Salerno un nuovo marchio ce l’aveva già e gli era costato 197mila euro in meno. Ad aprile infatti il Comune aveva indetto un concorso rivolto a giovani grafici. Oggetto del bando: la realizzazione del nuovo logo di Salerno. A vincere sono stati due ragazzi di 25 anni, Marco De Sangro e Luana Albano, studenti universitari. Sono risultati primi nella graduatoria, ma il premio di 3mila euro ancora non lo hanno visto: « Non ci è arrivata nemmeno una comunicazione ufficiale, ho dovuto chiamare gli uffici comunali per sapere che avevamo vinto», racconta Marco De Sangro. Ora che il suo brand è stato messo senza tante cerimonie da parte, la delusione è tanta: «Non capisco a che cosa sia servito fare il concorso – è la riflessione amara di De Sangro – in questo modo il sindaco di Salerno ha calpestato non solo il lavoro fatto da qualcun altro, ma conferma che in questo paese le idee dei giovani non vengono prese assolutamente in considerazione. Per i politici è meglio fare un’operazione di marketing e legarsi a un grande nome del design, anche se poi il logo è oggettivamente brutto».